Più di mezzo Stivale in linea con le asticelle indicate da Bruxelles, mentre il resto d’Italia arranca, trainato verso il basso dalle regioni del Mezzogiorno, una in particolare: la Sicilia.
L’asticella in questione riguarda l’incidenza dei posti disponibili negli asili nido rispetto al numero dei bambini residenti, una soglia che, secondo l’ultimo report in materia pubblicato ieri dalla Fondazione Openpolis, vede l’Isola al penultimo posto, superata, in peggio, solo dalla Campania, per non parlare dei comuni capoluogo, con Palermo, Ragusa, Messina e Catania nella top ten delle città veno virtuose.
Ma per osservare più nel dettaglio il quadro territoriale bisogna prima guadare l’orizzonte tricolore, dove cominciano a prevalere le tinte più chiare. Difatti, tra il 2021 e il 2022, l’offerta italiana di posti in asili nido e servizi prima infanzia è passata da 28 a 30 unità ogni 100 bimbi con meno di 3 anni, avvicinando così il Paese all’obiettivo del 33% fissato originariamente nel 2022 in sede europea e poi codificato anche nella normativa nazionale con il decreto legislativo del 2017, mentre durante la pandemia da Covid il nuovo target Ue, da raggiungere entro il 2030, veniva allargato a quota 45% nell’ottica di potenziare l’educazione pre-scolare.
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