La maggior parte delle misure del piano Salva-casa di Salvini non si applica in Sicilia. Ben 9 articoli su 12 del testo che introduce mini sanatorie e allenta i vincoli edilizi devono essere recepiti esplicitamente dalla Regione: servirà quindi una legge all’Ars. E nell’attesa i Comuni e i professionisti devono restare fermi: eventuali domande dei privati andranno bocciate.
All’assessorato al Territorio hanno passato ai raggi X la legge nazionale sull’edilizia approvata fra maggio e luglio. Complice il fatto che il neo assessore Giusi Savarino è una esperta della materia, essendo stata nel 2016 la relatrice della legge con cui l’Ars ha dettato proprie regole nelle stesse materie su cui ora è intervenuto il ministro delle Infrastrutture. E proprio quelle regole siciliane hanno ancora la precedenza e restano più restrittive di quelle nazionali.
Vengono quindi meno nell’Isola tutte la facilitazioni sulla cosiddetta edilizia libera introdotte nelle altre regioni: è il caso di vetrate panoramiche, tende, pergolati e strutture simili.
Non sono applicabili in Sicilia nemmeno le sanatorie per le costruzioni realizzate in difformità (anche parziale) dai permessi di costruire. E sono, queste, le misure di maggiore peso rimaste escluse nell’Isola.
Non sono applicabili in Sicilia neppure le norme che adesso da Reggio in su consentono di sanare immobili realizzati rispettando discipline diverse da quelle in vigore. Si tratta della «doppia conformità». Salvini ha escluso che gli immobili debbano rispettare sia le leggi del tempo in cui sono state costruite sia quelle attuali: è sufficiente che siano in regola adesso (sfruttando i cambi di normative susseguitisi nel tempo). In Sicilia invece resta l’obbligo della doppia conformità.
E pure per il recupero dei sottotetti nulla si può fare, per il momento, in Sicilia perché la Regione aveva dettato una propria disciplina che il piano di Salvini non può superare.
Stesso discorso vale per le sanzioni: le nuove regole nazionali cambiano le somme da dover pagare in caso di abuso e sanatoria, a volte rendendole meno onerose. Ma in Sicilia restano le vecchie cifre perché esplicitamente previste dalla legge regionale. In definitiva, si legge nella circolare che la Savarino ha scritto ieri e che oggi arriverà a tutti i sindaci e alle associazioni dei professionisti, sulle materie in cui la legge regionale (che è la 16 del 2016) detta una disciplina specifica il piano di Salvini non si applica. A meno che proprio la legge regionale non preveda, su singole materie, il recepimento dinamico (cioè automatico) delle norme che vengono approvate a Roma. È il caso di altri tre importanti articoli del Salva casa di Salvini. Il primo è quello che allenta i vincoli sulle distanze fra i fabbricati.
Il secondo è quello sul «mutamento d’uso urbanistico rilevante» e sulla «documentazione amministrativa e stato legittimo degli immobili»: queste norme nazionali valgono automaticamente anche nell’Isola. Il terzo articolo che potrà essere applicato subito senza dover attendere una legge dell’Ars è quello sulle tolleranze costruttive, che consente di sanare difformità anche del 5% dell’immobile finale rispetto ai limiti di cubatura approvati nella concessione edilizia.
Mentre restano non sanabili in Sicilia, a differenza di quanto previsto da Salvini, i manufatti realizzati durante la pandemia, anche quelli amovibili.
La Savarino però ha in mente tempi rapidissimi per uscire da questo groviglio normativo che rischia di creare il caos in campo edilizio: «Ho già parlato col presidente della commissione Territorio dell’Ars. Alla ripresa dell’attività, a settembre, presenterò un disegno di legge che recepisce, senza alcuna modifica, le norme nazionale per farle entrare in vigore anche in Sicilia». Di questo testo non dovrebbe far parte le sanatoria delle case realizzate sulle spiagge prima del 1983, per quanto proposta dal capogruppo di Fratelli d’Italia (il partito della Savarino), perché su questa materia si attende una pronuncia della Consulta.
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