L’ultimo biglietto è stato staccato ieri. Destinazione: Aliaga-Izmir, un paese turco della provincia di Smirne. Lì, dopo essere salpati dalla base navale militare di Augusta, arriveranno i rifiuti siciliani. Ultima meta di un tour che ha portato negli ultimi due anni l’immondizia prodotta nell’Isola in Danimarca e Olanda prima e adesso in Finlandia e Turchia. E sono viaggi costosissimi. La chiusura della discarica di Lentini e l’ormai prossimo riempimento degli altri impianti siciliani sta spingendo l’assessorato ai Rifiuti, guidato da Roberto Di Mauro, a intensificare le spedizioni all’estero. La settimana scorsa il direttore generale, Arturo Vallone, ha firmato il decreto che autorizza a inviare per un anno 90 mila tonnellate in Finaldia, nel termovalorizzatore Loviisan satam Oy Satamatalonkuja 1, a Valko. Ieri altri 5 decreti hanno autorizzato l’invio a Aliaga-Izmir, nell’impianto Ege Celik Sanay Ticaret, di 5.733 tonnellate. Anche in questo caso l’autorizzazione all’invio, concordata con i ministeri dell’Ambiente italiano e turco, durerà un anno. Nel 2023 la meta preferita era stata la Danimarca. Lì erano stati dirottati i rifiuti di mezza Sicilia. Per la precisione a Roskilde: una cittadina a sud di Copenaghen in cui da qualche hanno è stato attivato un termovalorizzatore di ultima generazione gestito dalla società Argo. E ancora prima c’erano state spedizioni in Olanda e Bulgaria. La decisione di spedire in Turchia sta allarmando l’Anci. L’associazione dei sindaci, guidata da Paola Amenta, non è stata preventivamente informata degli ultimi decreti e teme che una meta così lontana possa far aumentare ancora di più i costi di smaltimento. E quindi far lievitare anche la Tari a carico dei cittadini. Visto che a pagare i viaggi dell’immondizia sono i Comuni e non la Regione. «Da quando abbiamo iniziato a spedire all’estero - ricorda Amenta - il costo di smaltimento è passato da poco più di cento euro a tonnellata a 380- 400 euro a tonnellata. Nessuno ci ha detto se questo target verrà confermato anche per la Turchia». I timori di Amenta hanno un effetto immediato: la richiesta di nuovi fondi alla Regione. Nella Finanziaria bis, approvata a giugno, il governo ha stanziato 50 milioni per coprire i costi extra sostenuti dai Comuni per spedire i rifiuti all’estero. Ma secondo Amenta questo finanziamento è già stato «bruciato»: «I soldi appena ricevuti coprono i costi extra sostenuti fra il 2022 e la prima metà del 2023. In pratica c’è un altro anno di spedizioni che non ci è stato rimborsato. E ricordo a tutti che l’intero costo va inserito dai sindaci nei piani finanziari, quindi provoca un aumento corrispondente della Tari che i cittadini dovranno pagare». È una partita che si aprirà a settembre, quando la Regione tornerà all’Ars per l’ennesima legge di natura finanziaria (l’assestamento di bilancio). Se il costo di 400 euro a tonnellata fosse rispettato anche in Turchia, soltanto queste ultime spedizioni costerebbero 2 milioni e 293 mila euro. Intanto ieri il presidente Schifani ha confermato che il piano per dotare la Sicilia dei termovalorizzatori sta andando avanti e che i tempi verranno rispettati. Entro l’autunno è prevista la definitiva adozione del piano rifiuti che prevede questi impianti. Fra fine anno e i primi mesi del 2025 verranno fatti i bandi per i progetti e poi si passerà alla trattativa per assegnare i lavori. Sul piatto la Regione metterà 800 milioni di fondi del Pnrr. «Sui termovalorizzatori stiamo andando avanti molto velocemente: lunedì ho mandato una nota in cui chiedo a tutti i Comuni siciliani di esprimere entro due settimane un parere sulla bozza del regolamento del Piano rifiuti. Le gare per i termovalorizzatori partiranno non appena avremo adeguato il Piano» ha detto Schifani. Il presidente è forte di poteri speciali che gli sono stati attribuiti dal governo nazionale in qualità di commissario per la realizzazione dei termovalorizzatori. E tuttavia non ha nascosto a se stesso le difficoltà: «Sappiamo che il percorso è delicato e vogliamo evitare ogni contestazione procedurale. Contiamo di individuare il progetto di massima entro fine anno, per andare a gara tra fine 2024 e inizio 2025: le aree sono state individuate e vigilerò in prima persona sulla realizzazione». I due impianti verranno realizzati vicino Palermo (a Bellolampo) e nell’area industriale di Catania.