Da una parte una boccata d’ossigeno, anzi, di fieno, grazie all’operazione “voucher foraggio” voluta dalla Regione e partita ieri da un capo all’altro dell’Isola, mentre dall’altra, sulle spalle degli allevatori siciliani ma anche dei privati cittadini, continuano a farsi sentire le batoste della siccità, con colpi inferti pure sul fronte del trasporto acqua «vista la forte speculazione in atto, che governo e istituzioni preposte non riescono a frenare».
Parola di Graziano Scardino, presidente della Cia Sicilia, che rilancia così l’allerta sulle tariffe delle autobotti private, «di questi tempi, con la crisi idrica in atto, salite fino al 50% in più rispetto al 2023, a quota 140-150 euro ogni cinquemila litri per un viaggio effettuato nel raggio di dieci chilometri e a fronte di costi pubblici irrisori della risorsa, che, a seconda del Comune, nei punti di approvvigionamento variano da un euro fino 50 centesimi a metro cubo, mentre le spese per il carburante sono in calo e non possono comunque giustificare l’impennata». Beninteso, «questo non vuol dire», precisa Scardino, «che tutte le ditte stanno facendo speculazione. Anzi, la maggior parte degli autotrasportatori applica più o meno le stesse tariffe dello scorso anno, intorno ai 70 euro per cinquemila o settemila litri. Ma è indubbio che i “furbetti” ci sono, e giocare al rialzo, in piena emergenza, può determinare la sopravvivenza di un’azienda zootecnica che ha non ha la fortuna di avere pozzi privati». Certo, non tutti gli allevatori si rivolgono ai privati, perché molti si sono dotati, già prima che scoppiasse la crisi, di bonze, di botti da attaccare ai trattori per portare acqua al bestiame, «oggi più che mai utili perché possono essere agganciate ai bocchettoni pubblici a costi, come detto, bassissimi», però, conclude Scardino, «non tutte le aziende sono provviste dei contenitori».
E qui scatta l’altra speculazione: «molti imprenditori zootecnici, per dribblare le ditte di trasporto e risparmiare quei 100 euro al giorno necessari per non assetare gli animali», spiega Marilina Barreca, allevatrice in quel di Gangi, «hanno deciso adesso di acquistare le bonze, che molti produttori, approfittando del momento, fanno pagare a caro prezzo. Anche su questo fronte ci vorrebbero più controlli». Intanto, arrivano pure le buone notizie: è partito ieri il voucher fieno, la misura da 20 milioni di euro voluta dal governatore Schifani per parare i colpi della siccità. A cominciare da Agira, nell’Ennese, sono in tutto dieci i centri di raccolta dell’Isola in cui gli allevatori potranno caricare foraggio, con una quantità legata all’intensità delle precipitazioni rilevate dal Sias, dopo un iter procedurale che, sottolinea lo stesso Schifani, «abbiamo fatto in modo potesse essere completato nel più breve tempo possibile».
Plaude Coldiretti Sicilia, perché il voucher «è un atto concreto, veloce, innovativo dove l’utilizzo dei fondi pubblici è visibile e soprattutto allevia le difficoltà causate dalla mancanza di pioggia. Si tratta di una soluzione che rappresenta un modello operativo nuovo, tale da facilitare l’intervento senza aumentare gli obblighi burocratici grazie al rapporto di lavoro tra istituzioni regionali e i Centri di assistenza agricola, tra cui quello della nostra associazione».
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