Palermo dovrebbe «salvarsi» almeno per il mese di agosto. E poi provare a resistere durante l’autunno: poiché le scorte negli invasi che approvvigionano la città si esauriranno progressivamente fra ottobre e febbraio. A quel punto (e se non pioverà in modo significativo) lo scenario in città sarà lo stesso che sta maturando in questi giorni ad Agrigento e Caltanissetta a causa del fatto che l’Ancipa è ormai agli sgoccioli.
Eccola la fotografia della crisi idrica che a Palazzo d’Orleans, la sede del presidente della Regione Siciliana, viene costantemente aggiornata in queste ore per adeguare il piano di gestione delle (pochissime) risorse alle esigenze di città e campagne. Va detto che non sarebbe necessario ricorrere a dati e grafici sulla capienza degli invasi per misurare la gravità dell’emergenza. E tuttavia l’ultima relazione della cabina di regia sull’emergenza mette in evidenza una realtà che dalle province di Agrigento, Enna e Caltanissetta rischia di allargarsi al resto dell’Isola.
I tagli già decisi
Il caso nasce dall’esaurimento, o quasi, dell’Ancipa. È il motore principale del sistema idrico regionale che rifornisce le tre province: in questo lago a luglio erano rimasti 5 milioni di metri cubi d’acqua a fronte dei 26 che ce n’erano esattamente un anno prima in questi stessi giorni. Per questo motivo la cabina di regia ha dovuto decidere in tutta fretta un taglio significativo dell’erogazione nei centri che si alimentano dall’Ancipa: la riduzione scattata dal primo agosto è di 120 litri al secondo, e dal primo settembre ci sarà una ulteriore diminuzione di altri 120 litri al secondo. L’acqua che arriverà nelle case è destinata ad essere sempre meno: questo è stato già deciso.
Gli scenari immediati
L’effetto pratico è stato infatti un allungamento dei turni e le conseguenti proteste dei cittadini, che hanno spinto ieri Palazzo d’Orleans a inviare le autobotti nel Nisseno. Ma ciò che colpisce è lo scenario descritto dagli esperti della cabina di regia nella relazione che motiva la decisione di ridurre l’erogazione: «Le simulazioni effettuate sulle risorse rimaste portano a ipotizzare l’esaurimento totale dell’Ancipa entro i primi giorni di settembre». Fra il 10 e il 15, precisa la relazione. Anche se con i tagli appena decisi questo lago potrebbe continuare a fornire acqua, seppure in minimi quantitativi, fino al primo febbraio. Altrimenti, è la conclusione della cabina di regia, «già ai primi di settembre diversi Comuni potrebbero restare senza acqua». Del tutto senza acqua.
L’emergenza pesci
Contemporaneamente la Regione dovrà pianificare il trasporto dei pesci dell’Ancipa nel lago di Lentini. Senza questa «migrazione» di massa, nell’Ancipa ormai senza acqua morirebbero creando problemi di inquinamento e rendendo inutilizzabile la poca acqua residua. Altro scenario, questo, che si potrebbe verificare negli invasi che riforniscono Palermo. «Se dovesse rendersi indispensabile questa misura - si legge ancora nella relazione - è necessario avere subito tutto pronto: autorizzazioni, individuazione dell’invaso in cui trasferire i pesci, modalità e mezzi di trasporto».
La situazione a Palermo
Gli scenari simulati per la Sicilia centrale non dovrebbero verificarsi immediatamente su Palermo. Questa è la previsione che il capo della Protezione Civile, Salvo Cocina, ha fatto negli ultimi giorni a Schifani. Anche nel capoluogo un primo taglio c’è stato: la riduzione della pressione che ha fatto arrivare nelle case il 4 per cento in meno di acqua. Ma a questo non è corrisposto un cambio dei turni.
Ora sul tavolo della cabina di regia e della Protezione Civile c’è un monitoraggio che evidenzia come nel lago di Piana degli Albanesi (nella foto) sono rimasti poco più di 9 milioni di metri cubi (la capienza è di 33), in quello di Partinico 32 milioni a fronte di una capienza di 72 e nell’invaso Rosamarina ci sono ancora 17 milioni di metri cubi malgrado la capienza sia di 100 milioni.
Queste risorse doverebbero assicurare un rifornimento costante fino a febbraio. E quindi almeno per il mese di agosto non ci saranno modifiche all’erogazione. È questa la previsione di Schifani e Cocina, che comunque hanno già programmato per i prossimi giorni una riunione specifica della cabina di regia per analizzare il futuro di Palermo. Nel frattempo alla Regione confidano che l’attivazione di nuovi pozzi e condotte dovrebbe dare un aiuto in grado di prolungare la gestione delle riserve attuali.
Intanto, il presidente della Regione riunirà oggi gli esperti per analizzare le criticità che stanno nascendo ad Agrigento dopo la decisione di ridurre l’erogazione dall’Ancipa: «Ci stiamo sostituendo ad alcuni ritardi maturati nei Comuni e nelle Ati sull’attivazione delle misure anti-crisi» ha sibilato ieri Schifani lasciando intendere che Palazzo d’Orleans chiederà a tutti gli enti coinvolti un maggiore impegno nell’attuare le soluzioni decise di volta in volta dalla cabina di regia regionale. È un altro fronte che si sta aprendo, quello dei rapporti fra la Regione e gli enti locali nella gestione delle crisi.
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