Commemorati a Palermo i poliziotti Cassarà e Antiochia, l'assessore regionale Albano: «Occorre sensibilizzare i giovani»
«Il sacrificio di illustri servitori dello Stato deve motivare tutti quanti ad essere sempre vigili nella lotta contro la mafia». Lo dice l’assessore regionale della Famiglia, politiche sociali e lavoro, Nuccia Albano, che ha partecipato questa mattina a Palermo alla commemorazione (nella foto) del vicequestore Ninni Cassarà e dell’agente di polizia Roberto Antiochia, in piazza Giovanni Paolo II, e a quella del procuratore capo della Repubblica Gaetano Costa, in via Cavour, a Palermo. «Mantenere viva la memoria di questi eroi, trasmettendo alle nuove generazioni le loro storie, il valore della legalità e del coraggio civico è essenziale per onorarne il sacrificio e continuare a combattere la mafia. Oggi - continua Albano - abbiamo più che mai il dovere di sensibilizzare i giovani su queste tematiche, affinché possano impegnarsi per una società più giusta e libera dalla criminalità organizzata. Ciò può far sì che la loro morte non sia stata vana». Anche il sindaco Roberto Lagalla ha ricordato la morte di Cassarà e Antiochia «a 39 anni dall’agguato di stampo mafioso. Il nome di Cassarà - dice il sindaco - resterà per sempre inciso nella storia di questa città e nella storia della lotta alla mafia. Un investigatore acuto, intelligente e generoso che ha saputo schierarsi dalla parte giusta e che da quella parte ha saputo lottare fino all’estremo sacrificio, convinto che le ragioni dello Stato di diritto dovessero prevalere sul ricatto di Cosa nostra. Per questo, è giusto continuare a fare memoria della sua azione, attualizzandone l’esempio e la testimonianza perché si possa proseguire lungo una strada di emancipazione e di definitivo riscatto dalla mafia». Il presidente del Senato Ignazio La Russa è intervenuto con un post su X. «Il 6 agosto - ha scritto - è una data simbolo della brutalità mafiosa verso coloro che lottano per la giustizia: nel 1980, veniva assassinato il procuratore capo di Palermo Gaetano Costa e, a distanza di cinque anni, furono il vicequestore Antonino Cassarà e l’agente di polizia Roberto Antiochia a cadere per mano della criminalità organizzata. Coraggiosi servitori dello Stato che hanno operato in prima linea nella lotta antimafia. Il loro esempio deve ispirare l’impegno quotidiano di tutti contro la mafia».