L’emergenza rifiuti a Palermo e provincia, ma in generale in tutta la Sicilia, non si risolverà mai se non ci sarà quel salto di qualità nell’educazione civica e ambientale che deve coinvolgere prima di tutti cittadini e imprese. Serve un patto di civiltà tra istituzioni e popolazione e aziende, viceversa continueremo chissà per quanti altri decenni a raccontare la massa di spazzatura agli angoli delle strade cittadine, lungo il ciglio delle statali e provinciali e nelle piazzole delle autostrade. Conosciamo tutti la storia della Rap, il fatto che l’azienda sia in una situazione di sotto organico, che si debba in qualche modo riorganizzare per rendere più efficienti i servizi che rende al Comune con il contratto di servizio, ma abbiamo il coraggio di porre a noi stessi una domanda semplice: cosa facciamo noi cittadini, cosa facciamo noi imprenditori per assumere comportamenti che siano degni di una città civile? Siamo tutti sempre pronti a muovere critiche a destra e a manca, salvo poi non rispettare gli orari di conferimento, gettare la spazzatura o gli ingombranti agli angoli delle strade, perché a Palermo quello che non è di tutti non è mio, dei luoghi della comunità non frega niente a nessuno. Serve un patto con tutte le imprese, commerciali, industriali, artigianali e agricole per raggiungere l’obiettivo della raccolta porta a porta anche delle attività commerciali legate al food, che devono collaborare per una città più pulita. Ecco allora che diventano indispensabili l’educazione civica, che non c’è, la promozione della cultura civica da affiancare all’intensificazione dei controlli, con un protocollo d’intesa tra polizia municipale e provinciale e tutte le istituzioni predisposte al controllo, affinché vengano sanzionati tutti coloro che non rispettano il patto di civiltà di cui hanno bisogno Palermo, la provincia, l’intera Sicilia. Da anni discutiamo di raccolta differenziata e sappiamo quanto Palermo (16%) e Catania (33%), ma in genere i grandi capoluoghi dell’Isola, siano troppo indietro su questo fronte. I termovalorizzatori che il governo regionale con grande determinazione e volontà punta a realizzare, per contribuire fattivamente alla risoluzione dell’emergenza, possono essere di grande aiuto, ma per farli funzionare a regime serve differenziare. E finché l’unico punto di riferimento della raccolta e dello smaltimento saranno le vasche di Bellolampo, in esaurimento, l’obiettivo di una Palermo pulita e accogliente per cittadini e turisti sarà inevitabilmente fallito. Conosciamo la proattività dell’amministrazione comunale che, lavorando con serietà, ha superato l’annosa emergenza sepolture, è riuscita a mettere in salvo i conti e da alcune settimane ha focalizzato l’attenzione sul ripristino del manto stradale. Oggi la svolta è legata principalmente a due scelte che la politica è chiamata a fare con urgenza: 1) attivare corsi obbligatori di educazione civica e ambientale, da parte della Regione, fin dalla scuola primaria: 2) applicare la Tari agganciata alla bolletta dell’energia elettrica affinché possiamo pagare tutti per pagare meno. Ma i Comuni devono abbassare l’aliquota man mano che si va innalzando la quota di chi finalmente versa la tassa sui rifiuti dopo averla evasa per anni e anni. Rivolgiamo un appello ai parlamentari siciliani affinché si facciano promotori di un ddl agganciando finalmente la Tari alla bolletta della luce. Pagare tutti per pagare meno. *Alessandro Albanese, presidente della Camera di Commercio