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Palermo, la crisi idrica: l'Amap lavora al piano di contenimento

Fontanella Amap in via Roma, a Palermo

A Palermo sarà un inverno caldo sul fronte della crisi idrica, se il cielo continuerà a restare sgombro da nuvoloni carichi di pioggia. E per questo Amap e Regione non possono che sperare negli eventi naturali. Ma l’ottimismo non basta a riempire gli invasi e a scongiurare quella che sembra ormai la casella di arrivo già visibile all’orizzonte: niente più acqua dai rubinetti ogni giorno, ma erogazione a turni o in determinate fasce orarie. Si tornerebbe ai tempi bui delle bottiglie riempite per potere cucinare e vasche da bagno e recipienti a garanzia della igiene personale.

Al momento non ci sono razionamenti e fino a dicembre la città dovrebbe avere l’autonomia necessaria per evitarli. Così almeno assicurano sindaco e Regione. La pressione ridotta sulle tubature domestiche ne consente comunque l’uso in ogni ora del giorno. Fino a dicembre le risorse risparmiate fanno dormire sonni tranquilli, ma dopo che succederà? Dopo il visto della Regione, gli uffici dell’Amap del presidente Alessandro Di Martino stanno preparando il piano di contenimento per non lasciare a secco il capoluogo. Sarà pronto tra qualche giorno.

Alcuni pozzi sono già stati requisiti, ma bisogna pensare (e prevedere) lo scenario peggiore, quello in cui non si potrà fare a meno dei razionamenti. Problema non da poco. Non basta infatti «staccare» l’erogazione in un distretto e via. Nel piano, infatti, vanno esclusi dalle interruzioni i siti sensibili: ospedali, case per anziani, scuole, caserme. Ma si cercano soluzioni per garantire distribuzione equa nei quartieri. «Diminuirà la pressione di acqua erogata e potrebbero esserci disagi per chi abita nei piani alti - aveva spiegato a Tgs Salvatore Cocina, capo della Protezione civile regionale, sul via libera al piano -. Poi deciderà Amap se avviare in via sperimentale anche riduzioni orarie in cinque, sei quartieri della periferia. Ma la maggior parte della città non verrà toccata dalle riduzioni».

Intanto, potrebbe arrivare altra risorsa idrica. «Sul capoluogo c’è un’attenzione maggiore, ma le misure del piano sono a scopo soprattutto precauzionale - aveva detto - . E a differenza delle altre città siciliane, Palermo dipende totalmente dagli invasi. E la previsione della carenza di pioggia la dobbiamo fare almeno fino a gennaio. Magari pioverà a ottobre e l’emergenza sarà finita a novembre. Ma dobbiamo attenerci agli scenari peggiori per garantire la continuità del servizio idrico».

«Non bastano più i soliti alibi delle responsabilità delle amministrazioni precedenti - commenta Concetta Amella, del M5S e componente della commissione che si occupa delle partecipate - dell'inciviltà dei cittadini e dell'avversità meteo, per giustificare la carenza d'acqua, con Amap pronta a sfiancare i cittadini con un piano di razionamento, quando per anni la destra con Musumeci e Lagalla assessore non ha investito un solo euro nella gestione degli invasi che venivano fatti svuotare».

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