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Acqua razionata a Palermo, anzi no (per ora): l’ira di Schifani fa slittare il piano

Il presidente della Regione: «L’Amap non lo ha concordato con noi». Lagalla: torniamo al tavolo

Sospeso. Il piano di razionamento dell'acqua in città e provincia è rinviato a una data successiva, ancora da definire, dopo le rimostranze della Regione. L'Amap, che lo aveva elaborato, dopo averlo concordato col Comune, ha dovuto abbozzare e allinearsi alla richiesta.

Ma nessuno si culli troppo, il provvedimento è solamente spostato in avanti. Del resto, la situazione degli invasi da cui si preleva la fornitura è drammatica, col 60 per cento in meno di riempimento rispetto all'anno scorso e una misura di contenimento, come l'abbassamento della pressione nelle condutture avviata ad aprile, che si sta rivelando insufficiente. Il consiglio per chi è sprovvisto di recipienti e vasche è di procurarseli in breve tempo, perché i quartieri della città, a giro, subiranno la sospensione dell'acqua corrente una volta a settimana.

La società che gestisce il servizio idrico in città e in 50 paesi dell'hinterland aveva già comunicato la nuova misura. Il presidente, Alessandro Di Martino, l'aveva spiegata come un passo necessario, viste le condizioni delle dighe, pur ammettendo che sino a fine anno le riserve sono sufficienti.
La notizia era stata confermata sino a tutta la mattinata di ieri. Poi, nel pomeriggio, la buriana. Dall'ufficio stampa della Regione arriva un siluro. A doppia firma: del presidente della Regione, Renato Schifani, e del capo della Protezione civile, Salvo Cocina, coordinatore della cabina di regia per l'emergenza idrica.

L'articolo completo di Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia oggi in edicola

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