Palermo

Venerdì 18 Ottobre 2024

Il party all'Isola delle Femmine: per la Regione e il Comune la proprietà dell'isolotto è incerta

Spuntano dubbi sulla proprietà dell’isolotto di Isola delle Femmine. Sono emersi oggi nel corso dell’audizione tenuta dalla IV commissione legislativa dell’Ars. Ne dà notizia il deputato M5S Luigi Sunseri, che ha richiesto l’audizione assieme al collega Adriano Varrica. «Sul party di fine giugno sull’isolotto di Isola delle Femmine - ha detto Sunseri - abbiamo chiesto alla Regione di costituirsi parte civile per i danni subiti: deciderà dopo le indagini. La Regione ha intanto sollecitato gli organi competenti a portare avanti le procedure relative alle sanzioni previste dalla riserva». Sunseri spiega che «come avevamo dedotto nell’immediatezza dell’episodio sia il sindaco Orazio Nevoloso che l’ente gestore della riserva hanno confermato di non avere ricevuto richiesta di autorizzazione di alcun tipo e il fatto è gravissimo. Né può essere considerato esimente da colpe per gli organizzatori la presunta autorizzazione avuta dalla proprietaria dell’isolotto, sia perché l’isolotto è riserva naturale e, quindi, competente al rilascio di qualsiasi eventuale autorizzazione in tal senso è l’ente gestore, sia perché anche sulla stessa proprietà ci sono forti dubbi espressi sia dalla Regione, rappresenta in audizione da un dirigente dell’assessorato all’Ambiente, che dal sindaco di Isola. L’assessorato ha infatti affermato che sulla proprietà ci sono dubbi a seguito di una importante ricostruzione storica». Nei giorni scorsi era sembrata assodato che l’isola fosse di proprietà privata, della marchesa Paola Pilo Bacci, erede del patriota Rosolino Pilo. È stata lei ad autorizzare i due fratelli, entrambi medici chirurghi, Antonio e Vito Triolo, a organizzare il trasferimento di un centinaio di persone sull'Isola. Per registrare un video, è stato spiegato. Un video nel quale un gruppo di persone ballavano sulle note del dj Mauriziotto. La marchesa ha anche messo in vendita l'isolotto, già da 7 anni peraltro. «Un fatto comunque è certo – conclude Sunseri –: episodi del genere non possono passare sotto silenzio, perché non accadano mai più. Anche per questo, come gruppo, abbiamo acceso i riflettori su questa triste vicenda».  

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