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Palermo, il pestaggio di via Maqueda: anche il cuntista Piparo tra i residenti che chiedono sicurezza nella zona della stazione

Il Pd sottolinea l’esigenza di «progetti che generino inclusione e mirino a ridurre fenomeni di emarginazione sociale, disagio, devianza giovanile, criminalità e violenza»

Nel quadrilatero del far west, a Palermo, continuano gli episodi di criminalità. L’ultimo è il pestaggio del ragazzo di 17 anni, che giace in ospedale e lotta fra la vita e la morte, senza che la polizia sia ancora riuscito a identificarlo.

Da circa un anno i residenti dell’area tra via Maqueda, via Roma, via Fiume e stazione centrale, assistono a frequenti episodi criminali. I finestrini delle automobili parcheggiate tra la via Fiume, le vie Milano, Torino, Pavia e dintorni vengono presi di mira costantemente da chi è in cerca di pochi spicci ma chi abita in zona è spesso costretto a sborsare centinaia di euro per riparare danni che probabilmente si riproporranno nell’immediato futuro. E tra loro, a dar sostegno al comitato Uniti per il quartiere c’è anche Salvo Piparo (nella foto con gli altri residenti): il cuntista, anche lui, abita nella terra di nessuno. «Non siamo stati in grado di convincere i massimi vertici che si occupano di sicurezza - dice il comitato - che in questo tratto di strada è necessario un presidio delle forze dell’ordine. Da oltre un anno dal primo corteo - puntualizzano alcuni residenti - pur apprezzando il passaggio di qualche pattuglia nell'ultimo periodo come aveva promesso il questore, la situazione continua ad essere identica se non peggiorata, anche a giudicare dal più recente fatto di cronaca».

Chi abita in zona è sempre più preoccupato: dai furti allo spaccio, alle più svariate rapine «la richiesta - sottolinea Antonio Nicolao, vice presidente della prima circoscrizione - è quella di inserire questa porzione della via Maqueda nella misura Alto impatto, così da portare ulteriori controlli in strade in mano alle bande e non allo Stato. E non mi pare che il nostro sindaco Roberto Lagalla la pensi come il primo cittadino di Torino, che insieme al prefetto e al questore stanno portando avanti un progetto di collaborazione con circa 100 guardie giurate nei siti dove si registrano più furti e presenza di droga».

Interviene anche il circolo Pd del centro storico David Sassoli, esprime «sgomento e preoccupazione per il regolamento di conti avvenuto il 4 luglio in via Maqueda». Per Tiziana Calabrese, consigliere dem della prima circoscrizione e segretaria del Circolo, occorre tenere i «riflettori accesi sul disagio giovanile, sulla violenza e sull'emarginazione sociale. Palermo oggi è una città più violenta, pericolosa ed insicura e come tale viene percepita. Non è più accettabile che venga sminuito il bisogno di sicurezza dei cittadini nonostante le ormai quotidiane scene da Bronx. Sono necessarie, al contrario, politiche integrate che tengano conto della complessità e multidimensionalità del fenomeno. Abbiamo bisogno di strategie di prevenzione».

L’esponente del Pd sottolinea l’esigenza di «progetti che generino inclusione e mirino a ridurre fenomeni di emarginazione sociale, disagio, devianza giovanile, criminalità e violenza, diventi palpabile. Coinvolgiamo associazioni, cooperative e comitati. Riappropriamoci degli spazi pubblici, delle piazze, dei quartieri, dei vicoli del centro storico, ormai in mano a bande di criminali. Realizziamo laboratori artistici, culturali, musicali, artigianali, spettacoli teatrali, tour, rivolti alle fasce più deboli a rischio ed alle nuove generazioni. Occupiamoci dei migranti, assistiamoli nel processo di inserimento lavorativo, di integrazione, di ottenimento dei documenti necessari affinché non diventino invisibili».

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