Giusto Catania, oggi preside dell’Istituto comprensivo Giuliano Saladino, è stato a Palermo l’assessore alla Mobilità e all’urbanistica della giunta Orlando. A lui, uomo di sinistra radicale, si devono le pedonalizzazioni, la Ztl e le (a volte contestate) piste ciclabili.
Cosa pensa della nuova campagna di Addiopizzo che adombra la possibilità che nelle zone della movida stia investendo la mafia?
«Credo che in tutti i luoghi dove si investe c’è rischio di infiltrazione. Ritengo però del tutto impropria l’equazione secondo cui le isole pedonali favoriscano la mafia. Semmai esse hanno portato nuovi investimenti, ma questo è un bene».
Lei difende dunque la chiusura del centro storico e la sottrazione di auto?
«Questa città non ha memoria: fino a 30 anni fa il centro era un luogo inaccessibile. Poi sono cominciati gli investimenti pubblici e privati e gli edifici sono stati restaurati. Io dico che le due più importanti operazioni di investimento pubblico sono state il Ppe per il centro storico e il Piano generale del traffico urbano (Pgtu) che ha poi consentito le pedonalizzazioni. Cioè atti di pianificazione che oggi mancano».
Ma c’è stata un po’ di improvvisazione? Chiudere e basta una strada non basta a farne un luogo più vivibile.
«Chi parla di improvvisazione mistifica. Il Pgtu è stato stato approvato dal Consiglio dopo anni di gestazione. Anzi, ricordo che l’amministrazione Cammarata ebbe una solenne bocciatura per la Ztl proprio perché mancava il piano. Noi abbiamo provveduto a metterlo in piedi e ad attuarlo a cominciare dall’ottobre del 2013. Questa operazione ha favorito investimenti privati perché prima, diciamo le cose come stanno, il centro storico era un deserto produttivo».
Ma se qualcuno dice che avete ucciso via Roma...
«Falso. Il declino di quella strada è cominciata con la nascita dei tre centri commerciali. È storia. Molti dei grandi marchi hanno contrattato anche con le organizzazioni di categoria il trasloco dal centro».
Ma qualche errore sarà stato commesso, visto che non tutto fila alla perfezione?
«Le piazze principali come Sant’Anna, Bellini e San Domenico erano parcheggi che assediavano anche i beni monumentali patrimonio Unesco. Qualcuno rivuole quelle condizioni? Si vuole tornare indietro? Forse sì visto che chi governa oggi il Comune aveva nei programmi di eliminare isole pedonali e Ztl. Non è accaduto, fortunatamente, ma devo dire che dopo due anni non è stato realizzato un metro in più di pista ciclabile o di isola pedonale. Ma non si è nemmeno migliorato l’esistente».
L’eccesso di pub e locali pubblici in una porzione piccola di città non è un problema?
«Le dico una cosa: secondo me la cura per questa situazione paradossalmente è di ampliare la zona a traffico limitato prima fino al Politeama e poi fino a piazza Croci. Diluire cioè la presenza di questo tipo di attività. Volevamo fare questo, noi. Avevamo progettato un nuovo piano fuori dal centro che arrivava fino alle borgate marinare proprio per decentrare i locali della movida. Ma di fronte alla prospettiva di nuove Ztl c’è stata una sollevazione da parte di associazioni di categoria e di una parte di coloro che oggi governano la città. Poi è arrivata la pandemia che ha bloccato tutto. Inviterei poi a guardare al centro storico anche dall'angolazione mattutina e non solo per la movida. Ogni giorno migliaia di studenti e docenti che prima affollavano di macchine quelle vie ora vanno a piedi o in bici. È o non è un fatto positivo?».
Come giudica la situazione odierna
«Peggiorata, senz'altro. In due anni non mi pare si sia mosso nulla. Ora si parla di limitare la presenza di alcuni codici Ateco (quelli che classificano le attività economiche, ndr) su un territorio, ma non si può. Questo semmai è l’effetto delle politiche iperliberiste avallate dai governi di centrodestra».
Cosa andrebbe fatto?
«Banalmente, cominciare a raccogliere la spazzatura differenziata più spesso nei locali, come avevamo già iniziato a fare. Infine, dico che l'unico modo per organizzare meglio le attività commerciali è approvare il piano regolatore che indica le zone di sviluppo, quelle residenziali, quelle a verde, quelle del commercio. Il Consiglio comunale nell'ultima epoca di Orlando ha tenuto un anno e mezzo all’ordine del giorno il nostro Prg e il piano urbano della mobilità sostenibile. Poi l'argomento è scomparso. Persino dal dibattito pubblico».
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