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Schifani «deluso da tre assessori»: il presidente della Regione Siciliana punta l'indice su Territorio, Rifiuti e Formazione

«Rimpasto entro luglio, Tamajo resta alle Attività Produttive», dice nell'intervista. «A febbraio cambierò molti dirigenti generali»

Non nasconde la delusione nei confronti di alcuni assessori che non hanno evitato emergenze «incresciose». Fissa i paletti del rimpasto che verrà fatto «entro metà luglio». E colloca Forza Italia come il pianeta principale di una galassia intorno alla quale ruoteranno tutti i partiti centristi «con cui condividere non un numero maggiore di posti in giunta ma decisioni politiche»: seduto nel suo studio a Palazzo d’Orleans a fine mattina, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha in mano i dati della manovra correttiva che ha appena superato il vaglio dell’Ars ma sono i dossier ancora aperti a tenerlo impegnato.

Presidente, si aspettava una nuova emergenza rifiuti come quella provocata dalla chiusura della discarica di Lentini proprio mentre state progettando i termovalorizzatori?

«Quello che è successo con la discarica e l’impianto Tmb di Lentini è davvero increscioso. E mi è piovuto sul tavolo senza che nessuno mi avesse mai preventivamente informato».

Eppure, tutto nasce da pareri e autorizzazioni negate dalla Regione che lei guida. Così è andata in tilt la raccolta in 200 Comuni.

«Infatti, è una vicenda che mi ha amareggiato per la totale assenza di coesione nell’azione di governo. L’assessorato all’Ambiente e quello ai Rifiuti (guidati da Elena Pagana e Roberto Di Mauro, ndr) hanno agito senza coordinarsi costruttivamente fra loro e soprattutto senza avvisarmi delle conseguenze che potevano nascere dalle loro azioni. Ho dovuto impegnare tutto il mio staff, e per questo ringrazio, uno per tutti, il capo di gabinetto Totò Sammartano, per risolvere il problema. Ma questa situazione mi fa pensare che serve un cambio di passo e lo chiederò a tutti gli assessori. Tra loro serve maggiore coesione e coordinamento con la presidenza, soprattutto quando dalle loro azioni possono dipendere tensioni sociali. Chi non si atterrà a questo metodo si metterà fuori dalla giunta da solo. Non posso essere il destinatario delle disfunzioni altrui».

Pensa che l’errore sia maturato a livello politico o anche burocratico?

«Al di là delle valutazioni politiche, a febbraio, quando scadranno i contratti, non intendo rinnovare molti dei vertici della burocrazia dando spazio a nuove e volenterose generazioni di dirigenti».

Qual è la soluzione per l’emergenza rifiuti?

«I termovalorizzatori. Abbiamo già individuato a Palermo e Catania le due aree in cui saranno realizzati. A luglio, grazie ai poteri di commissario, approverò il nuovo piano rifiuti. Entro fine anno avremo i progetti di massima e i bandi per la gara d’appalto integrata. Lavorerò perché vengano realizzati entro fine legislatura».

Restiamo sul tema delle emergenze. Non è colpa del governo se non piove, ma la siccità poteva essere affrontata meglio?

«Non posso non segnalare che ho trovato una Regione dove da più di 20 anni nessuno si occupa della manutenzione delle dighe e del loro completamento. Senza considerare le reti idriche fatiscenti e indecorose che di fronte a una siccità come quella che stiamo vivendo hanno amplificato il problema. Posso assicurare che stiamo facendo di tutto per aiutare il comparto agricolo e quello zootecnico. E per evitare che il turismo venga penalizzato da appelli a cancellare le vacanze in Sicilia provenienti da altre parti del mondo. In più abbiamo ottenuto i fondi per attivare cento nuovi pozzi. Avremo una nave della marina militare che ci darà scorte, quando necessario. E saremo pronti con le autobotti. Inoltre, abbiamo stanziato 90 milioni per riattivare i tre dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani abbandonati da 14 anni in modo ingiustificabile. Se fossero in funzione, oggi la situazione sarebbe diversa».

In campagna elettorale è scoppiata anche l’emergenza dei corsi non pagati agli enti della formazione professionale. Era stato chiesto un suo intervento, arriverà?

«Malgrado impegnati in gravissime emergenze, ce ne occuperemo al più presto. Parimenti, sarà posta massima attenzione affinché l’assessorato proceda alla riforma da me annunciata in campagna elettorale: l’organizzazione di corsi maggiormente rispondenti alla domanda che arriva dal mercato del lavoro».

Visto che abbiamo parlato di assessori che l’hanno delusa, affrontiamo il tema del rimpasto?

«Lo farò entro luglio, spero prima. E dovrò partire dalla sostituzione dell’assessore all’Economia, Marco Falcone, eletto a Bruxelles, che ringrazio per l’impegno profuso in questi due anni. Sono convinto che farà anche al Parlamento europeo un ottimo lavoro nell’interesse della Sicilia».

A proposito, si parla di Gaetano Armao per quel ruolo.

«Armao sta facendo un ottimo lavoro alla Cts (la commissione che dà le autorizzazioni per i grandi progetti, ndr) e rimarrà lì».

L’altro nome è quello di Giovanni La Via, vicino proprio a Falcone.

«La mia scelta sarà libera e autonoma. E non potrà che ricadere su una figura di comprovata esperienza nel settore economico e conoscitrice dei conti della Regione».

Edy Tamajo resta in Sicilia. Che ruolo avrà nel suo governo?

«Edy resterà alle Attività Produttive. Al di là del notevole contributo elettorale apportato, ha compiuto un gesto di alta sensibilità politica consentendo a Caterina Chinnici di poter continuare il suo impegno in Europa contro ogni forma di criminalità organizzata».

E gli assessori della Lega cambieranno?

«Attendo la decisione del Tribunale del Riesame sul ricorso di Luca Sammartino contro l’interdizione dai pubblici uffici. La sua assenza in giunta mi pesa».

Totò Cuffaro, Saverio Romano e Raffaele Lombardo hanno contribuito al risultato di Forza Italia e in molti si attendono più spazio in giunta per loro. Come finirà?

«Premessa. Il partito siciliano è stato determinante per portare Forza Italia al 10% a livello nazionale. E il tipo di alleanze e federazioni messo in campo qui rispecchia quel progetto di apertura alle forze che si riconoscono nel Ppe di cui avevo parlato all’indomani della morte di Berlusconi. Forza Italia può essere il perno attorno al quale ruotano tutte le forze che si rifanno al Ppe. A livello regionale la Dc e l’Mpa resteranno partiti autonomi e manterranno all’interno del governo regionale gli spazi determinati dall’esito delle elezioni regionali del 2022».

Avete approvato all’Ars la manovra correttiva. Quali sono i prossimi impegni prima della pausa estiva?

«Intanto, vorrei dire che abbiamo rispettato gli impegni presi con i siciliani su più fronti. È stato approvato un pacchetto di misure strutturali da 300 milioni destinato, per esempio, a imprese per ridurre i tassi di interesse, Comuni per abbattere i costi dei rifiuti e per salvare l’Ast che diventerà una società in house e gestirà tratte sociali. Si è, inoltre, eliminata la piaga storica del precariato palermitano con la definitiva stabilizzazione di tutti i lavoratori ex Pip. Abbiamo stanziato ulteriori 37 milioni per mitigare gli effetti della siccità nei settori agricolo e zootecnico. A luglio, grazie ai maggiori introiti fiscali, potremo fare un’altra manovra, che darà spazio a ulteriori proposte del governo e del Parlamento. Poi, in autunno, vareremo la riforma dei consorzi di bonifica».

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