Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Cuffaro: «Continuerò a confidare nella giustizia affinché questo fango venga finalmente rimosso dal web»

Totò Cuffaro

Dopo la la decisione del tribunale di Palermo che ha respinto la sua richiesta di risarcimento nei confronti di YouTube, il segretario nazionale della Dc, Totò Cuffaro. manifesta tutta la sua amarezza. «Da anni sono costretto a richiedere che dalla rete internet sia rimossa una notizia tanto falsa quanto odiosa: ovvero, che nel 1991, innanzi a Santoro e Costanzo, avrei attaccato Giovanni Falcone - dice Cuffaro -. E, periodicamente, sono costretto a chiedere ai miei legali di inviare diffide, avviare azioni e mediazioni contro giornali, blogger, utenti vari e leoni da tastiera, che a corredo di tali video mi insultano e mi minacciano di morte senza ritegno. Lo faccio non solo per tutelare la mia reputazione, ma anche per evitare che la figura dell’eroe e martire Giovanni Falcone venga strumentalizzata per fini opachi. Tra le varie azioni avviate ve ne è stata una contro YouTube. La società americana, nonostante diffide e istanze di mediazione avviate sin dal 2020, ha ritenuto di rimuovere i contenuti diffamatori solo dopo avermi costretto ad avviare una causa. Non può essere questa la sede per appellare puntualmente una sentenza che ritengo, a dir poco, sorprendente, ma un fatto non può non essere sottolineato». Eppure lo ricordano tutti, e su YouTube quelle parole sono ancora udibili, Cuffaro con tanto di microfono nel 1991 da Santoro, diceva: «Ho ascoltato per tre ore tutte le buffonate che avete costruito e ora chiedo due minuti di silenzio. C'è in atto una volgare aggressione alla classe dirigente migliore che abbia la Democrazia Cristiana in Sicilia. Avete bisogno di delegittimare le persone migliori che abbiamo perché questa Sicilia vada sempre più a fondo. Il giornalismo mafioso fa più male alla Sicilia di 10 anni di delitti». Cuffaro non si spiega perché, se è vero, come riconosce lo stesso giudice Guarnotta, che non ha mai attaccato Falcone nella trasmissione del 1991, Youtube allora può continuare a mantenere on line contenuti diffamatori che, come attestato da una perizia forense, sono stati solo apparentemente rimossi dalla rete e restano visibili a tutti gli utenti. «È, infatti, sufficiente - spiega Cuffaro - un semplice click per modificare le impostazioni e rendere visibili quei contenuti che la società sostiene essere stati rimossi. Evidentemente, i contenuti della perizia forense, neppure citata in sentenza, e lo stesso portale di Youtube non devono aver convinto il giudice nonostante l’assenza di prova forense (ed empirica) contraria. Ad ogni modo, ad oggi sappiamo che è stato consacrato il principio giuridico che l’hate speech è ammissibile contro Cuffaro e che si può dire che un video sia stato rimosso nonostante sia ancora visibile. Magari, di questo passo, si finirà con il dire che essere accusati di aver aggredito Falcone, in fin dei conti, sarà falso ma non è diffamatorio. Se per qualcuno non è diffamatorio essere contrapposto a Falcone, lo è certamente per me. Se non vi è diffamazione, vi è certamente lesione dell’identità personale, sulla cui domanda non si trova risposta nella sentenza. Ad ogni modo, continuerò a confidare nella giustizia ma prima ancora proverò a raggiungere una intesa con la controparte. Perché mi interessa che questo fango venga finalmente rimosso dal web».

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