«Gran parte dei pazienti è costretta a migrare per accedere a terapie d’eccellenza. Oggi si parla di un occhio rivolto alle nuove tecnologie in ambito terapeutico, ma si parla del nuovo approccio farmaceutico che potrebbe diventare un’opportunità per lo sviluppo. Grazie al lavoro interno e ai collegamenti con le università e i centri che hanno voluto darci fiducia, si può fare molto. Mi auguro che questo progetto potrà portare ad un tassello innovativo nello sviluppo di questa terra». Lo ha detto il rettore dell’università di Palermo, Massimo Midiri, intervenendo al Forum nazionale sulla medicina di precisione in corso a Palermo, fino al 15 giugno. L’iniziativa è organizzata dalla fondazione Heal Italia, di cui l’università di Palermo è socio fondatore, sotto l’egida del ministero dell’università e della ricerca. Il progetto Heal Italia (Health Extended Alliance for Innovative Therapies, Advanced Lab-research, and Integrated Approches of Precision Medicine) ha ricevuto un importante finanziamento, da parte del ministero dell’università e della ricerca, pari a 118 milioni di euro nell’ambito del Pnrr Missione 4 - Componente 2 «Dalla ricerca all’impresa». Il polo opera per la ricerca nell’ambito della salute e al suo interno include più di 40 partner tra cui università, società farmaceutiche e digitali, piccole e medie imprese e Irccs, Istituti di ricerca e cura. L’università di Palermo è il coordinatore del polo attraverso la direzione scientifica del professore Giorgio Stassi. «Noi - ha aggiunto il rettore - stiamo lavorando per dare un messaggio preciso ai nostri giovani, cioé restate al Sud e investite al Sud perché se continuiamo così, con continue fughe di cervelli, nel 2050 saranno andati via migliaia di giovani. Anche questo progetto, invece, potrebbe consentire ai ragazzi di restare al Sud e di investire il proprio futuro in questa terra. Al tema etico che riguarda la salute dell’uomo si associa anche il futuro dei nostri cervelli su questa terra», ha concluso.