Forse è stata una voragine che si è aperta improvvisamente nell'asfalto della circonvallazione a inghiottire la vita di Samuele Fuschi, 38 anni, padre di quattro figli. Insomma, sarebbe una tragedia nata da una coincidenza micidiale fra passaggio della moto e cedimento della strada. Ma questa circostanza attenua il problema, enorme, delle molte buche che punteggiano le vie cittadine e stanno lì per mesi e mesi a rappresentare un pericolo costante per pedoni e motociclisti? No, evidentemente. Anche perché giornalmente ci arrivano segnalazioni di cittadini esasperati da questa situazione. Del resto, questo giornale ha avvertito a tal punto il livello di emergenza da avere – esattamente due mesi fa – avviato una insistente campagna di stampa per denunciare la condizione, terribile, dei tappeti d'asfalto dal centro alle periferie. Nel frattempo qualcosa s’è mosso. Ma la percezione è che si faccia troppo poco perché tale è il livello di «ammaloramento» da sovrastare gli sforzi del Comune. «Pesano vent’anni di mancate manutenzioni», ha spiegato l’assessore Totò Orlando in una recente intervista. Problemi finanziari del Comune e la mancanza dei bilancio ha sostanzialmente paralizzato la situazione che si è sbloccata solamente a inizio anno, anche se appalti «separati» nel frattempo sono stati banditi e assegnati (via Libertà, porto-via Belgio, via Volturno, da lunedì si interverrà in via Castelforte). Perché due sono i problemi. Da un lato fronteggiare l’emergenza delle buche presenti in giro per evitare incidenti e danni, dall’altro organizzare un piano di manutenzione delle intere sedi stradali. Una parte della pianificazione è assorbita dal cosiddetto accordo quadro suddiviso in otto lotti (uno per ogni circoscrizione) avviato quello in quarta circoscrizione (è stata ad esempio «lavorata» la via Ernesto Basile, si sta rifacendo corso Calatafimi fino a piazza Indipendenza e a fine mese si comincerà con corso Tukory e via Lincoln). Diciamo comunque le cose come stanno, l’accordo quadro che in teoria è «tarato» per contenere lavori sino a 46 milioni, in realtà ha una dotazione finanziaria ridotta rispetto alle necessità effettive: in questo momento appena il 10 per cento del massimo previsto, cioè 4,5 milioni. Altri 5 milioni di ex fondi Gescal sono stati recuperati per interventi nelle arterie delle periferie. «Siamo consapevoli dei ritardi da recuperare e non ci sottraiamo», dice il sindaco, Roberto Lagalla. Il quale, però, tende a dimostrare che ha ereditato una situazione pesantissima. «Negli ultimi mesi - spiega - l’amministrazione ha attivato i primi cantieri, mettendo a disposizione il massimo che può in termini di uomini, mezzi e risorse economiche. Questo accade - continua - dopo anni di immobilismo e dopo aver ridato agibilità finanziaria al Comune, rimasto senza bilancio per oltre tre anni». Secondo Lagalla «avere rimesso in piedi i conti ci consente oggi di far andare avanti le opere sia di giorno, sia di notte. Anche l'attività di rattoppo è molto intensa e procede giorno dopo giorno, ma arrivare ovunque nello stesso momento non si può». E racconta di un «lavoro di mappatura delle buche della città, mai eseguito prima». Anche se i nostri lettori, ad esempio, lamentano il fatto di segnalare buche e fossi che rimangono intoccati per settimane. La questione delle strade malmesse, peraltro, è una specie di sanguisuga collaterale per le casse del Comune. Infatti, negli ultimi anni neo fondo per il rischio soccombenza delle cause, 10 milioni riguardano i contenziosi per danni provocati da sinistri stradali. Non solo ma alla fine dell’anno scorso, una nota del dirigente dei Lavori pubblici, Francesco Trapani, che aveva l’ interim dell'ufficio Sinistri, parlava di «un arretrato di 452 sentenze di condanna da liquidare mediante riconoscimento del debito fuori bilancio» del valore complessivo di 6 milioni di euro.