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Palermo, alt ai gettoni raddoppiati per i consiglieri delle circoscrizioni

Nota della ragioneria mette in subbuglio 80 fra consiglieri e presidenti dei quartieri. Le indennità erano state aumentate a settembre

Sarà un brutto risveglio per i consiglieri di circoscrizione. La doccia gelata arriva dalla ragioneria generale: stop al pagamento raddoppiato dei gettoni di presenza. Si torna al vecchio regime quando una seduta veniva pagata poco meno di 49 euro, al lordo delle tasse. Una nota di due pagine scuote nuovamente i palazzi decentrati della politica. Gli inquilini dei parlamentini di quartiere sembrava che avessero vinto la battaglia sugli aumenti delle retribuzioni, così come accaduto ai componenti di giunta e ai consiglieri comunali. Ci erano riusciti dopo proteste, pareri, deliberazioni, quintali di «considerato», «ritenuto», «esperito» e «visto» sei documenti burocratici.

La questione è complessa, ma non difficile. Una legge dello Stato aveva previsto l'aumento di indennità e gettoni per gli amministratori, con copertura a carico delle Regioni. La Sicilia, che ha competenza esclusiva sugli enti locali, aveva approvato una sua legge stabilendo che gli aumenti potessero essere applicati, purché le maggiori spese fossero a carico dei Comuni. Così è stato. Si stabilì che la previsione riguardasse anche i consiglieri comunali. A quel punto scattò la protesta di quelli delle circoscrizioni. Il parere di un dirigente, a quel punto, spiegò che a «cascata» gli aumenti coinvolgevano anche i 10 componenti delle otto sedi consiliari di quartiere. Se prima guadagnavano mediamente 950 euro al mese (il risultato di un gettone di 48,80 euro per 19 sedute), da settembre scorso è schizzato circa 1800 euro, quasi 1200 euro netti. Il calcolo viene effettuato partendo dall'elemento di riferimento: gli inquilini di Sala delle Lapidi possono percepire al massimo 4.140 euro (al lordo delle tasse) corrispondenti al 30 per cento dell'indennità del sindaco, che è fissata in 13.800 euro lordi; mentre ai presidenti di circoscrizione spetta 3.588 euro, il 40% dell'indennità degli assessori; ai consiglieri di circoscrizione tocca la metà dei loro fratelli maggiori. Per cui il valore del singolo gettone per i consiglieri comunali è stato fissato dagli uffici in 195,22 euro; per quelli di circoscrizione diventa 97,61.

La Regione, però, a gennaio ha approvato la legge n. 3 e all'articolo 41 spiega come procedere alla «determinazione delle indennità di funzione dei presidenti dei condigli circoscrizionali dei comuni di Palermo, Catania e Messina cui sono assegnate funzioni amministrative decentrate....». Una norma che pone due problemi in un sol colpo. Intanto, parla d come determinare le indennità, come se fosse per la prima volta. Insomma, gli aumenti deliberati lo scorso settembre sarebbero avvenuti «in assenza di una norma primaria che autorizzasse tali aumenti». Dunque, spiegano gli uffici della ragioneria, «si possono considerare legittimi esclusivamente i pagamenti deliberati ai sensi della legge regionale del febbraio 2024». Non solo, ma spetta ai «soli consiglieri circoscrizionali alle cui circoscrizioni sono assegnate funzioni amministrative decentrate». Ergo, non a quelli di Palermo. Quindi secondo gli uffici guidati da Paolo Basile «non si potranno più esitare provvedimenti» diversi da quelli pre-vigenti di 48,80 euro. Insomma, si torna alla vecchia situazione. Inoltre, bisognerà recuperare quanto indebitamente percepito. Sarà un colpo non facile da digerire per gli 80 fra presidenti, vicepresidenti e consiglieri.

Uno che non ha mai voluto gli aumenti senza un vero trasferimento delle funzioni decentrate si chiama Antonio Nicolao, della Prima (in quota del Pd). Parla di «ennesima frittata, conseguenza di una logica che non ha mai voluto cedere nulla ai consiglieri di circoscrizione».

Una parte della politica si muove a sostegno di tutta la classe dei delegati circoscrizionali. Il primo colpo lo batte Forza Italia per mano di Domenico Macchiarella, coordinatore cittadino del partito. «Siamo al loro fianco nella battaglia di riconoscimento della dignità di funzione. Non si tratta di un dato dalla valenza economica ma di una questione di dignità e ragionevolezza che riguarda consiglieri eletti dai cittadini, amministratori che giornalmente si spendono per la città in rappresentanza di quartieri, comprensori, periferie spesso abbandonate, scuole di confine e centri di aggregazione. Forza Italia chiede un incontro col Sindaco in una assemblea che veda presenti, oltre all’amministrazione, tutti i presidenti e i consiglieri coinvolti con la finalità di risolvere una volta per tutta questa assurda criticità».

Una grana di questo tipo che scoppia a meno di trenta giorni dalle elezioni Europee significa pregiudicare le campagne elettorali. Senza una risposta convincente gli ottanta personaggi coinvolti potrebbero tirare i remi in barca. E questo vale a destra come a sinistra. A questo punto ora bisognerà capire quali saranno le determinazioni della segreteria generale, chiamata in causa nella querelle.

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