Il Primo Maggio a Portella della Ginestra, l'appello della Cgil ai partiti per abrogare il Jobs Act
Si è conclusa la manifestazione organizzata dalla Cgil e dalla Fp Cgil per ricordare l’anniversario della strage di contadini e braccianti avvenuta il primo maggio del 1947 a Portella della Ginestra. Dopo la commemorazione al cimitero di Piana degli Albanesi, con la deposizione di una corona di fiori, dalla Casa del Popolo è partito il corteo per raggiungere il pianoro di Portella della Ginestra. Al Sasso di Barbato si è svolta la cerimonia, introdotta dal minuto di silenzio e dalla lettura dei nomi delle vittime da parte di una ragazza, Chiara Sciortino, nipote di Ignazio Plescia, uno dei superstiti della strage. In apertura, i saluti di Maria Modica, responsabile della Camera del Lavoro di Piana degli Albanesi. Quindi l’intervento del segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e le conclusioni della segretaria generale Fp Cgil nazionale Serena Sorrentino che ha invitato i leader politici presenti, la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del M5s Giuseppe Conte, a «lanciare il cuore oltre l’ostacolo» e a votare per i referendum della Cgil per l’abrogazione del Job Acts. «Siamo qui a Portella sotto l’egida di pace, Costituzione e diritti - ha detto Sorrentino - qui si consumó il primo eccidio di lavoratori e lavoratrici dell’Italia repubblicana. Commemorare Portella della Ginestra significa rimettere al centro la dignità del lavoro anche a partire dalla funzione dei servizi pubblici, che noi rappresentiamo con orgoglio perché strumento e garanzia di democrazia e dei diritti di cittadinanza». «In questi anni sono cambiati i governi, sono cambiate le forze politiche che lo sostengono, ma il risultato è sempre lo stesso, anzi è peggiorato: sono i lavoratori, i pensionati, i giovani e le donne a pagare il prezzo più alto», ha dichiarato il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo. «Il Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori - ha aggiunto - non è il punto di arrivo ma rappresenta la continuità di una mobilitazione per il lavoro che non si è mai fermata e che adesso ha bisogno di continuare ancora per la pace in Europa. In un mondo senza pace non esiste la giustizia sociale».