Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Lotta alla mafia, restaurato il casolare Peppino Impastato a Cinisi - FOTO

 
 
 
 
 
 

Restaurato e restituito alla collettività il casolare Peppino Impastato a Cinisi, dove il 9 maggio del 1978 l'attivista politico e giornalista venne assassinato dalla mafia. Stamattina (29 aprile) la cerimonia di inaugurazione con il presidente della Regione, Renato Schifani, che ha annunciato l'affidamento in comodato d'uso gratuito del sito, simbolo della lotta alla criminalità, alle associazioni del territorio impegnate nella salvaguardia della memoria. Alla cerimonia erano presenti anche l'assessore regionale ai Beni culturali Francesco Scarpinato e la soprintendente di Palermo Selima Giuliano, il prefetto e il questore di Palermo, il commissario straordinario del Comune di Cinisi, il presidente della commissione regionale Antimafia, numerose autorità civili e militari, oltre ai familiari di Impastato e alle delegazione dell'istituto comprensivo di Cinisi e del plesso di Terrasini del liceo statale di Partinico recentemente intitolato a Peppino e Felicia Impastato. Il presidente della Regione si è intrattenuto con gli studenti, affrontando il tema della legalità praticata nel quotidiano, e ha rivolto loro un invito a visitare Palazzo d'Orléans. Il progetto di recupero dell'immobile e del terreno circostante - espropriati ed entrati in possesso della Regione nel 2020 - è stato redatto dalla Soprintendenza dei beni culturali di Palermo. I lavori erano stati avviati nel gennaio 2023 e finanziati con risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2020-2024 per un importo pari a centocinquantamila euro. Ad eseguirli l’impresa palermitana Scancarello. Con questo intervento il governo siciliano ha voluto salvare dal degrado un luogo già dichiarato di interesse culturale, che ha una forte valenza evocativa, di testimonianza di civiltà e di lotta alla criminalità, rendendolo uno spazio aperto ai cittadini e tappa di quel "percorso della memoria" in ricordo delle vittime di mafia che tanti visitatori compiono nel nome della legalità. Nello specifico, i lavori hanno riguardato il consolidamento della muratura e del fondale con la realizzazione di un vespaio areato perimetrale oltre che degli intonaci esistenti. Si è proceduto alla pulitura e all'integrazione delle pavimentazioni esistenti con basole in pietra di Billiemi bocciardate, alla collocazione di infissi in legno, porte d'ingresso e vani finestra e alla realizzazione dell’impianto elettrico. Per quanto riguarda la revisione delle coperture, si è provveduto al rifacimento del massetto, all’impermeabilizzazione con malta e al ripristino del soffitto incannucciato a vista. All’interno della stalla, al posto della seduta in pietra sulla quale erano rimaste impresse tracce di sangue, si è scelto di realizzare un parallelepipedo in policarbonato trasparente. Sulla superficie di uno dei lati, una porzione è stata resa manualmente rugosa per fissare simbolicamente quelle macchie, con l' intento di «cristallizzare l’assenza».

Schifani: siamo contro la criminalità organizzata senza se e senza ma

«Il restauro del casolare in cui è stato ucciso Peppino Impastato, che ha coinvolto la Regione, attraverso la Sovrintendenza ai beni culturali, è linea con il nostro impegno contro la mafia. Noi siamo contro la criminalità organizzata senza se e senza ma». Lo ha detto il presidente della Regione Renato Schifani partecipando all’inaugurazione del casolare in cui il 9 maggio del 1978 venne assassinato il militante di democrazia proletaria Peppino Impastato. «Dopo le stragi del 92 - ha aggiunto il governatore - la popolazione ha reagito e da Palermo è partito un movimento civile di riscatto contro la mafia. La Sicilia ha pagato un prezzo altissimo ma dal sangue delle vittime è nata una rivoluzione culturale che ha coinvolto tutta la società». Schifani ha ribadito l’importanza dell’educazione alla legalità nelle scuole. All’inaugurazione hanno partecipato diversi studenti. «L’impegno della Regione è a tutto campo. Noi vigileremo anche sui comuni e sull’azione delle amministrazioni», ha spiegato.

Il fratello di Impastato: il casolare come luogo della memoria

«Lo utilizzeremo come luogo di mostre fotografiche, ci organizzeremo dibattiti e concerti. Faremo rivivere qui la memoria di Peppino». lo ha detto, al termine della cerimonia di inaugurazione del casolare restaurato in cui venne ucciso il militante di democrazia Peppino Impastato, il fratello Giovanni che con la sua associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato ha chiesto l’assegnazione dell’immobile in comodato d’uso alla Regione. «Qui i compagni di Peppino trovarono le tracce del suo brutale assassinio - ha spiegat - Allora eravamo completamente soli. E fummo noi a recuperare i resti di mio fratello sparsi nella zona dopo che il suo corpo fu fatto esplodere». Impastato da anni porta avanti una opera di educazione alla legalità nelle scuole parlando dell’antimafia e dell’impegno del fratello  

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