Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Morto Luigi Carollo, attivista dei diritti civili: fu tra gli ideatori del Palermo Pride

È morto questa mattina Luigi Carollo portavoce del Palermo Pride e storico attivista dei diritti, del movimento Lgbtqia+, punto di riferimento delle battaglie contro l’omofobia, la violenza di genere e ogni forma di discriminazione. È deceduto a 54 anni dopo un ricovero d’urgenza all’ospedale Buccheri La Ferla. La camera ardente per Luigi Carollo sarà aperta oggi 24 aprile dalle 15 alle 23 a Santa Mattia ai Crociferi e domani dalle 9. Da giovane aveva anche collaborato con riviste e giornali, tra cui il gruppo del Giornale di Sicilia. È una perdita enorme - dice Daniela Tomasino, vicepresidente nazionale di Arcigay - Sarà difficile trovare persone con la sua visione politica, con la sua intelligenza, con la sua comprensione del contesto. Ne sentiremo la mancanza per sempre». Tanti i commenti sui social. Luigi era una persona impegnata - dice il consigliere comunale Mariangela Di Gangi -, un amico sincero, un uomo radioso. La sua scomparsa ci getta nello sconforto. Se ne va un grande palermitano». «Una notizia che è come una mazzata - dice il giornalista e sceneggiatore messinese Tonino Cafeo -. Perdiamo un compagno e un amico di immenso valore. Una mente libera e aperta come poche. La comunità politica di Sinistra Italiana e quella Lgbtq+ perdono un punto di riferimento indispensabile in questi tempi difficilissimi, ma soprattutto una persona cara». Numerosi esponenti del movimento, dell’associazionismo, dell’impegno culturale e politico hanno espresso il loro cordoglio. «Un grandissimo dolore - commenta l’ex sindaco Leoluca Orlando - ha vissuto e promosso, nonostante incomprensioni e ostacoli, i diritti costituzionali di tutti mortificati da leggi e comportamenti incivili. Il Pride resterà legato al suo nome e al suo amore per la nostra città». «Siamo tutti portati - aveva detto Carollo in un’occasione - a considerare gli aspetti più visibili e violenti delle discriminazioni (gli insulti, le ferite, la perdita di casa/famiglia/lavoro), ma non parliamo mai dell’aspetto più “quotidiano” di ogni forma di discriminazione. Che è poi forse quello più terribile perchè ti lavora lentamente ai fianchi: ed è il furto di tempo, la condanna agli spazi vuoti». È esattamente questo il prezzo quotidiano della discriminazione, per ogni persona che la subisce: «Dover riempire - aveva affermato - il grosso del tempo con la paura del giudizio altrui e svuotarlo, invece, di affettività, relazioni, gioia, sesso e soprattutto visibilità di tutto ciò alla luce del sole. Il terrore (e il peso) del giudizio sociale, anche quando non porta violenze fisiche o verbali, costringe alle fughe e al nascondersi; costringe alla paura della serenità. Ruba un numero infinito di giornate che potrebbero essere piene e invece sono vuote, che diventano piccoli punti pieni in un lunghissimo vuoto tra un attimo di serenità/felicita e l’altro. Questo furto di tempo è il vero aspetto schifoso e barbarico della discriminazione: perchè è il timore del giudizio altrui che agisce anche in quei momenti in cui non c’è alcuna violenza visibile». E mentre le violenze fisiche e verbali prevedono (talvolta) una pena e una sanzione, «nessuno - era il pensiero di Carollo - verrà mai punito per questo furto di tempo sottratto alla gioia e alla visibilità. Quando invece è proprio questo il reato che meriterebbe la sanzione più pesante».  

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