L’assessore al Turismo Alessandro Anello ha incontrato a Washington, a nome dell’amministrazione comunale di Palermo, Michael Polo e Shayla Kaestle, presidente e direttore dell’associazione Osdia (Order Sons and Daughters of Italy in America), la più grande organizzazione degli Stati Uniti a supporto dei discendenti italiani, fondata nel 1905 da un medico di Polizzi Generosa, Vincenzo Sellaro, come società di mutuo soccorso dei primi italiani a New York.
«Palermo ha un legame fortissimo con gli Stati Uniti - spiega Anello -. Proprio nel capoluogo siciliano è stata costituita, dopo Roma, la seconda sezione dell’Osdia al di fuori del territorio nord-americano in oltre cento anni di storia. La presiede Tiberio Mantia e insieme con i soci il 23 maggio, a Washington, promuoveranno Palermo e la Sicilia in una serata di gala al Ronald Regan Building & International Trade Center dove saranno celebrate le nostre bellezze nell’ambito dell’anno delle radici italiane nel mondo con importanti riflessi sul turismo».
Tra le varie organizzazioni italo-americane, l’Osdia è quella che maggiormente rappresenta gli oltre 26 milioni di concittadini negli Stati Uniti. «Per questo, d’intesa con il sindaco Lagalla - prosegue l’assessore -, ho avviato con i vertici dell’associazione un percorso di collaborazione per promuovere in chiave turistica tutto quello che di attrattivo Palermo riesce ad offrire dal punto di vista storico, culturale, naturalistico, religioso, imprenditoriale ed enogastronomico. I primi di maggio ospiteremo a Palermo il presidente Polo e la direttrice Kaestle insieme con una delegazione di italo-americani per sancire una sinergia che sviluppi i rapporti culturali e sociali della città con le comunità di italo-americani, e le relazioni economiche, in particolare programmando iniziative di promozione turistica per attrarre nuovi flussi di viaggiatori dal Nord America, soprattutto nei periodi di bassa stagione». «Intanto abbiamo già raccolto la proposta di finanziare la riqualificazione di un’area della città con i fondi dell’associazione. Un primo segno tangibile di collaborazione nel segno di un’identità comune», conclude Anello.
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