Una manovrina da portare in Aula entro aprile, prima delle Europee. Una trentina di milioni, niente assalti alla diligenza, ma solo poche norme, come la ricapitalizzazione dell’Ast e gli aiuti agli agricoltori, per coprire le richieste più urgenti. Tra le quali, però, non rientreranno gli aiuti - poco più di 108 milioni - tanto attesi dai sindaci per coprire gli extra costi dello smaltimento dei rifiuti all’estero (60 milioni) e quelli dell’energia (48 milioni), che ingessano i bilanci delle amministrazioni comunali. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che conta di portare il documento contabile all’Ars prima della tornata elettorale, quando poi i deputati saranno impegnati nei propri territori di riferimento. E a questo proposito proprio Schifani precisa: «Non voglio un’Aula pre-elettorale». Immediata la risposta dell’Anci, che, da mesi sul piede di guerra, adesso ritiene «gravissimo che si approvi una manovra bis prima delle elezioni, senza aver previsto i fondi per i Comuni». «Anche perché - spiega il presidente Paolo Amenta - su 391 Comuni, alla scadenza del 15 marzo, solo in 44 sono riusciti ad approvare i bilanci». Una situazione complicatissima, senza quei fondi si rischia di bloccare la macchina degli enti locali. Il numero uno dell’Anci torna quindi a chiedere un incontro a Schifani e, in mancanza di una «pronta risposta» non esclude «una mobilitazione permanente dei sindaci, per evitare che le criticità non si risolvano ancora una volta, mettendo le mani nelle tasche dei cittadini». Ma andiamo con ordine. Una delle norme-cardine della manovrina è la ricapitalizzazione dell’Ast: 10 milioni stanziati per dotare la società partecipata di quella liquidità utile per trasformarla in società in house. Ci saranno poi gli aiuti agli agricoltori, circa 10 milioni, e probabilmente anche il rimpinguamento del fondo per Agrigento Capitale della cultura: inizialmente la giunta Schifani aveva previsto 10 milioni ma l’Ars li aveva ridotti a quattro. «Sarà una manovra minimalista, non una maxi finanziaria - spiega Schifani -. Niente assalti alla diligenza, solo misure indispensabili, utilizzando il tesoretto (tra i 10 e i 20 milioni) frutto delle mancate spese legate alle norme impugnate da Roma». A questi fondi se ne potrebbero aggiungere altri, se verrà confermato il trend delle entrate fiscali dell’anno scorso. «L’impennata del 2023 ci ha permesso di ridurre il disavanzo - riprende il presidente - e aspetto di avere dalla Ragioneria i primi dati, ma bisogna essere prudenti nell’avallare nuove spese prima che i flussi fiscali diventino ufficiali, perché non possiamo fare una manovra senza copertura». Brutte notizie, invece, per i Comuni: «Per quanto riguarda le richieste dei sindaci - conferma Schifani - i cento milioni non ci sono. Li ascolteremo se necessario, ma al momento queste risorse non sono disponibili. A settembre, con l’assestamento di bilancio, si potrà fare una finanziaria migliore, quando avremo chiaro il quadro delle somme impegnate e di quelle non spese. Quella che stiamo per fare ora, invece, può essere fatta solo con le risorse derivanti dalle spese non fatte». Facciamo un passo indietro. Per compensare l’aumento dei costi sostenuti dai sindaci per spedire l’immondizia all’estero, la Regione aveva erogato 45 milioni ai Comuni. Fondi che a novembre scorso sono stati revocati per problemi burocratici, «creando – riprende il presidente dell’Anci - buchi nei bilanci dei Comuni, costretti a restituire queste somme. Ci sono poi i 60 milioni che il governo si era impegnato a reperire e che adesso non sono ancora disponibili. E poi ce ne sono altri 48, legati ai sovracosti dell’energia. Ci dispiace - conclude Amenta - dover prendere atto che tutti i nostri appelli siano caduti nel vuoto. Abbiamo chiesto un incontro al presidente Schifani, per individuare una soluzione, ma ad oggi non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Siamo a un passo dal default e dall’aumento generalizzato delle tasse e rimaniamo disorientati dal silenzio del governo regionale».