Feste private, lezioni di ballo a pagamento, tornei e altre iniziative sarebbero state organizzate in un immobile pubblico a Palermo, nel quartiere Borgo nuovo, che avrebbe dovuto funzionare come centro per anziani ma la cui gestione sarebbe opaca. A sollevare il caso sono stati la capogruppo della Lega in consiglio comunale Sabrina Figuccia e il deputato regionale del Carroccio Vincenzo Figuccia. Da accessi agli atti e interrogazioni è emerso che la proprietà è dello Iacp che adesso chiede al Comune 2,8 milioni di euro di canone di locazione. «Il centro va restituito alla comunità. Servono procedure di evidenza pubblica per consentire l’affidamento di uno spazio pubblico. Se l’immobile è dello Iacp è giusto che chi lo utilizza paghi un canone come fanno tutti i normali cittadini - dice Vincenzo Figuccia - La legge è uguale per tutti e non possono esserci cittadini privilegiati, perché amici del politico di turno e cittadini esclusi perché non graditi. In questa città esistono centinaia di associazioni che svolgono attività di volontariato e che potrebbero aiutare veramente il quartiere. Affidiamo lo spazio a chi vuole creare presidi di legalità e non a chi vuole solo fare attività a pagamento in modo assolutamente anarchico e nel mancato rispetto delle regole». Per il deputato Figuccia «quello spazio è gestito impropriamente, da chi pensa, con la complicità della politica, di poter fare quello che vuole, in modo assolutamente abusivo e nella piena assenza delle regole». «Fare volontariato è una cosa, utilizzare uno spazio pubblico con finalità private è un’altra - aggiunge - Che esempi diamo ai nostri ragazzi quando promuoviamo procedure che non hanno alcun rispetto della legalità e della trasparenza? Ogni giorno mi fermano anziani e residenti del quartiere, per dirmi che si sentono discriminati dall’idea che spazi pubblici come quello di piazza Santa Cristina devono essere per tutti e non solo per pochi amici degli amici. Intanto chi non è autorizzato ad occupare uno spazio pubblico deve lasciarlo, in secondo luogo, bisogna creare le condizioni perché il sia agibile sul piano delle norme sulla sicurezza dei luoghi. Chi risponde penalmente se qualcuno si fa male all’interno? Purtroppo i locali non sono a norma, l’impianto elettrico è vetusto, non esiste un impianto di areazione e certamente non è un luogo per fare attività motoria o per realizzare uffici». «Sullo Iacp gravano i mancati introiti derivanti dai canoni che il Comune non ha mai versato e sul Comune invece quelli relativi a una convenzione a titolo oneroso mai stipulata con associazioni o enti, che hanno usufruito dell’immobile in tutti questi anni in modo del tutto gratuito - conclude - Serve una perizia dettagliata per capire il valore del canone di un’area di circa 1000 mq più spazi esterni, sulla quale il Comune ha sempre pagato persino l’energia elettrica e tutti i servizi connessi all’utilizzo».