I giudici della Corte dei Conti, presieduti da Sergio Vaccarino, hanno condannato l’ex sindaco di Borgetto, Gioacchino De Luca, e il vicesindaco Vito Spina, rispettivamente al pagamento di 23 mila euro e 13 mila euro per il dissesto finanziario dell’ente quando erano in carica, dal 2013 fino al 7 maggio del 2017 quando il consiglio fu sciolto per infiltrazioni mafiose.
Secondo quanto accertato dalla procura contabile, diretta da Pino Zingale, la delibera del 2012 relativa al rendiconto finanziario presentava consistenti debiti fuori bilancio non regolarmente contabilizzati nei confronti della società di gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e il ricorso ad impegni e spese in assenza di una puntuale copertura finanziaria dei debiti fuori bilancio.
Per la Corte, nel quadriennio 2013-2017, la situazione si sarebbe aggravava perché non furono apportate le misure correttive per migliorare la salute economica del Comune a causa di «una persistente scarsa capacità di riscossione» e del mancato recupero «dell’evasione tributaria e di informazioni sulla situazione dei debiti fuori bilancio e trasferimenti».
Il sindaco De Luca, tra l’altro, aveva riservato per sé durante l'intero mandato le deleghe in materia di bilancio e tributi e lavori pubblici. Il vicesindaco, invece, aveva mantenuto le deleghe relative all'urbanistica, infrastrutture, edilizia privata e pubblica.
Per i giudici il sindaco e il vicesindaco vanno condannati e va applicata anche l’incandidabilità per due mandati: «La surrettizia rappresentazione contabile dei risultati di amministrazione, unitamente alla mancata adozione di ogni seria misura correttiva finalizzata ad assicurare l’equilibrio di bilancio o il recupero della situazione finanziaria dell’Ente, costituiscano evenienze che convergano a fondare, univocamente, un giudizio di grave indifferenza e di non curanza verso il corretto esercizio della funzione di indirizzo e di controllo politico-amministrativo nonché di proposta e di impulso assegnate dall’ordinamento alla giunta comunale».
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