Un focus sui rapporti finanziari tra la Regione e Sicilia digitale Spa, società interamente controllata dall’amministrazione regionale, sarà aperto dalle Sezioni riunite della Corte dei conti in occasione del prossimo giudizio di parificazione. I giudici vogliono vederci chiaro sulle relazioni debitorie e creditizie tra il socio unico e la società in house.
Nel corso del contraddittorio prima del giudizio di parificazione del rendiconto della Regione per il 2021, poi sospeso per il contenzioso aperto sulla spalmatura dei disavanzo, la Corte aveva chiesto chiarimenti rispetto alla copertura finanziaria della norma con cui due anni fa fu ricapitalizzata Sicilia Digitale Spa con oltre 12 milioni di euro. Nella sua risposta, l’amministrazione regionale ha informato i giudici tra l’altro che Sicilia Digitale «ha rinunciato agli otto decreti ingiuntivi relativi ad attività di gestione e conduzione progettuali eseguito nel periodo 2010-13 per 53,21 milioni di euro prendenti nei confronti della Regione».
Avendo rinunciato ai decreti ingiuntivi ma non al credito, il collegio dei giudici contabili ha chiesto all’amministrazione «se fossero state previste, in riferimento ai crediti vantati da Sicilia Digitale Spa, somme nel fondo passività potenziali e se l’importo di 53,21 milioni fosse incluso nell’importo di 95,1 milioni afferente ai crediti vantati dalla società in house nei confronti dell’Autorità regionale per l’innovazione tecnologica (Arit). «Il ragioniere generale - scrivono i giudici nella relazione sul rendiconto per il 2021 - ha precisato che nessuna somma è stata prevista nel fondo passività potenziali e che l’importo di 95,1 milioni comprende anche i 53,21 milioni». Da qui, la decisione della Corte di approfondire il dossier Sicilia Digitale Spa.
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