Salta la norma che avrebbe consentito a quattro deputati di salvare il seggio dai ricorsi presentati dai primi dei non eletti. Si salva quella che consentirà di realizzare impianti per la gestione dei rifiuti anche dentro il raggio di 3 km dai centri abitati. E' la decisione della conferenza dei capigruppo dell'Ars. Si dovrebbe così sbloccare la votazione della manovrina correttiva di bilancio. Un testo nato con pochi articoli e che è stato gonfiato da oltre 400 emendamenti di spesa presentati dai deputati di ogni colore politico per finanziare feste natalizie, presepi viventi, sagre e campi di calcetto. Accanto a queste norme, frutto di un accordo trasversale, ce n'è una che avrebbe modificato in modo retroattivo la legge elettorale. Sfruttando il meccanismo della interpretazione autentica, questa norma avrebbe corretto l'obbligo di dimettersi da cariche pubbliche prima delle elezioni regionali. Un obbligo che, secondo i ricorsi ancora pendenti, non avrebbero rispettato quattro deputati: Dario Daidone, Nicola e Giuseppe Catania di Fratelli d'Italia e Davide Vasta di Sud chiama Nord. Con la decisione della capigruppo, se verrà ufficializzata, la norma salva ineleggibili verrà cancellata dal testo che verrà messo ai voti fra poco, quando l'aula aprirà i battenti. Resta invece nel testo, almeno secondo le prime indiscrezioni, quella che va ad abrogare l'obbligo di realizzare gli impianti per i rifiuti fuori dal raggio di 3 km dai centri abitati. E' un obbligo introdotto a luglio e che ha provocato lo stop ad appalti per decine di milioni. Per questo motivo Confindustria ha rivolto un appello all'Ars al fine di cancellare questo obbligo. La cancellazione dal testo della salva ineleggibili creerà fibrillazioni nella maggioranza. Dove Fratelli d'Italia accusa gli alleati di aver remato contro. Il gruppo parlamentare dei meloniani ha dettato a caldo una dichiarazione in cui si dice favorevole allo stralcio dal testo ma apre un fronte polemico: «Abbiamo chiesto al presidente dell'Ars Gaetano Galvagno e al governo di stralciare le questioni ordinamentali inserite nel maxi-emendamento al collegato alla Finanziaria che sta per approdare in aula» ha detto il capogruppo vicario di Fratelli d’Italia, Nicolò Catania. La decisione è stata condivisa dall’intero gruppo parlamentare di FdI all'Ars. «Ancora una volta, strumentalmente e, con molta probabilità creata artatamente da qualcuno, la questione la si lega a persone specifiche e tra l’altro componenti del nostro gruppo parlamentare. Quando, invece, il maxi-emendamento è stato presentato dal Governo e mirava a eliminare eventuali problemi di incostituzionalità. Proprio per non prestare il fianco a nessuno, abbiamo chiesto di stralciare tutte le questioni ordinamentali dal maxi-emendamento e di avviare la discussione in aula in maniera del tutto serena, puntando esclusivamente all’aspetto finanziario che possa avere nell’immediatezza una ricaduta positiva nel territorio dell’Isola», conclude il deputato Nicolò Catania.