«Ai ragazzi dico: ribellatevi alla narrazione che vi dice (e che vi canta) che è bello fare i boss. Stare dalla parte della criminalità fa schifo». Lo scrive su Instragam la presidente dell’Antimafia Chiara Colosimo che questa mattina all'Aquila ha premiato il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia in occasione della 31esima edizione del premio nazionale Paolo Borsellino. Dal palco della XXXI edizione del premio Paolo Borsellino, la presidente dell'Antimafia ha anche detto che «dalle stragi del ’92 è una ribellione che oggi deve essere condivisa dalle nuove generazioni».
«Agli amministratori e alla politica in generale - aggiunge - ricordo che è fondamentale “irrigidirsi” per stare sempre più attenti alle infiltrazioni, controllando ogni singolo centesimo che esce dalle casse pubbliche». Il dovere della politica, conclude la presidente dell’Antimafia, «è fare lo Stato fino in fondo. Attenzione alle infiltrazioni, attenzione ad essere morbidi nelle assegnazioni, attenzione a chi pensa ancora oggi che gestire il verde e gli spazi cimiteriali o costruire palazzi sia un modo per fare cassa e con i soldi della gente per bene», soprattutto davanti all'ondata di investimenti in arrivo: «Non importa se ci metterete un pi' di più: davanti alle grandi sfide anche del Pnrr e di qualunque appalto pubblico, è questo il dovere della politica: fare lo Stato per davvero, fino in fondo».
Sono venti le personalità di spicco, tra cui magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, avvocati, uomini di chiesa, scrittori, attori e giornalisti, impegnate quotidianamente nella difesa di legalità e giustizia, a partecipre all’Auditorium del Parco alla cerimonia conclusiva del Premio nazionale Paolo Borsellino. Questa edizione è organizzata dal Comune dell’Aquila con la collaborazione dell’associazione Società Civile e dell’Associazione Nazionale Magistrati. Tra i partecipanti, oltre al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi e la presidente Colosimo, il vice capo vicario della polizia di Stato e presidente del Premio, il prefetto Vittorio Rizzi, e il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
Questi i nomi dei premiati: Maurizio De Lucia, procuratore capo di Palermo, per 10 anni nella Direzione distrettuale antimafia di Palermo: Antonio Balsamo, magistrato, presidente della I Sezione della Corte di Assise e della Sezione Misure di Prevenzione presso il tribunale di Caltanissetta; Michele Carbone, generale di Corpo d’Armata della guardia di finanza e nuovo direttore della Direzione investigativa antimafia; don Antonio Coluccia, prete simbolo della lotta allo spaccio e alla criminalità a Roma, da anni vive sotto scorta perché vittima di gravi intimidazioni; don Fortunato Di Noto, fondatore, presidente dell’Associazione Meter, per il contrasto alla pedofilia e alla pedopornografia; Fabio Trizzino, avvocato, legale civile della famiglia Borsellino; Caterina Chinnici, magistrato a capo del Dipartimento di Giustizia minorile, figlia del giudice istruttore Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia a Palermo; «Questo non è amore», l’iniziativa promossa dalla Polizia di Stato con lo scopo di proteggere le donne vittime di violenza; Tiziana Ronzio, presidente dell’Associazione «TorPiùBella» per la riqualificazione strutturale e sociale del quartiere di Roma Tor Bella Monaca; Paolo Borrometi, condirettore dell’Agi, da anni sotto scorta per le ripetute minacce di morte ricevute; Francesco Vitale, caporedattore del Tg2, che ha lavorato per il quotidiano L'Ora di Palermo e in Rai ha ricoperto il ruolo di inviato speciale, occupandosi di inchieste di mafia e di grandi emergenze umanitarie; Camillo Zulli, imprenditore che si impegna per la tutela della biodiversità come motore economico per contrastare lo spopolamento delle aree interne; Mirko Cazzato, fondatore e presidente della associazione «Ma basta», che nasce per prevenire e contrastare «dal basso» il bullismo ed il cyberbullismo nelle scuole; Eugenia Canfora, dirigente dell’Istituto Moirano di Caivano, che combatte quotidianamente l’abbandono scolastico; Domenico Galasso, attore e fondatore del teatro Orazio Costa, protagonista della fiction «Mare fuori»; Massimo Caponnetto, figlio del giudice Antonino, il magistrato che fondò il Pool di Palermo e il Premio. Massimo Caponnetto è autore del libro «C'è stato forse un tempo», nel quale racconta suo padre. Il Premio alla Memoria è invece dedicato a Emanuele Basile, il capitano dei carabinieri ucciso dalla mafia a Monreale mentre insieme a Paolo Borsellino conduceva le indagini sull'omicidio del capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano. Infine, per la sezione Film/Documentari: 42 Parallello per il film «I ragazzi delle scorte».
Nella foto la premiazione di Massimo Caponnetto e Caterina Chinnici
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