Un ritratto arricchito e caratterizzato dalle testimonianze di chi ha condiviso con lui un pezzo della storia politica. A vent’anni dalla tragica scomparsa, «cavalleresca» come l’ha definita l’intellettuale Tommaso Romano, Marzio Tricoli viene ricordato da amici, familiari e militanti di quella destra siciliana che con lui ha vissuto una vera e propria primavera. Un uomo pregno di ideologia, figlio d’arte che ha saputo farsi strada grazie alla sua lealtà, libertà e consapevolezza. Per l’occasione, in una Villa Malfitano affollata dai centinaia di persone ancora legate al suo ricordo, Tommaso Romano ha presentato la sua ultima opera, dedicata proprio a quella stagione politica e all’uomo che è stato Marzio Tricoli. «Un nuovo volume che serve a non dimenticare - ha spiegato - a non scordare un uomo pieno di ideali e risorse. Una persona che ha vissuto una breve stagione e che tuttavia resta nell’immaginario e nel ricordo di chi l’ha conosciuto e di chi ha il dovere di conoscerlo: un personaggio chiave per la svolta politica della destra siciliana e italiana».
Consigliere provinciale e poi presidente di commissione nel 1994, nel 1996 con 6622 voti conquista il primo posto nella lista di Alleanza nazionale per le elezioni regionali e all’età di 33 anni viene chiamato ad assumere la carica di Assessore regionale al Bilancio, «dimostrando una grande capacità di dialogo e concretezza - ricorda il fratello Fabio Tricoli - caratteristica che serve al governo: protestare con gli studenti durante gli anni della gioventù è facile, doveroso, ma avere la capacità e la forza di trasformare quelle idee in qualcosa di concreto è un’altra cosa. Ecco, credo che possa essere preso a modello anceh per le classi dirigenti di oggi». Tra gli invitati al tavolo, tante personalità tra cui il sindaco Roberto Lagalla, il presidente della Regione Renato Schifani e l’ex sindaco Leoluca Orlando, distante da Marzio per idee piolitiche, «ma prima di tutto arriva l’uomo - prosegue Fabio Tricoli - una persona che ha una onestà intellettuale come la aveva mio fratello vedono nell’altro un avversario, non un nemico e allora quando si tratta di fare le cose per la città, un politico serio come Marzio e lo stesso Leoluca Orlando sappiano rimboccarsi le maniche per unirsi e fare qualcosa di concreto».
I ricordi scorrono, mentre il pubblico attento, che in prima fila ha visto lo zio di Marzio, l’avvocato Roberto Tricoli, e il sostitua procuratore della Corte di Cassazione, Antonio Balsamo. A prendere la parola anche il senatore Maurizio Gasparri, che lo accompagnò nella crescita nelle file della destra italiana fin dalla sua militanza giovanile nel Fronte della Gioventù e del Fuan: «L’attualità del suo pensiero - ha sottolineato - sta nella serietà, nella passione, nella militanza. Marzio era figlio di un grande intellettuale (Pippo Tricoli) e si è conquistato ruoli di guida del partito con i suoi meriti, diventando assessore bilancio, regalando una figura solida, mentre sedeva su una montagna di debiti che aveva ereditato. Una figura, seria, colta, appassionata, opposto dell’uno vale uno: non è così».
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