Sfida di Salvini alle Europee: strizza l'occhio alla destra internazionale e vola a Palermo per siglare il patto con Lombardo
Matteo Salvini scommette sull’Europa in vista del voto di giugno. E convinto che una svolta nel Parlamento di Strasburgo sia «a portata di mano, per la prima volta nella storia», rafforza l’asse con la destra internazionale. Non accenna, invece, a eventuali alleanze con Fratelli d’Italia e Forza Italia, al governo insieme ma sempre più distanti fuori dai confini nazionali. Salvini lo fa anche ospitando a Roma le «squadre primavera» dei vari partiti di destra che in Europa sono nel suo stesso gruppo, Identità e democrazia, oltre alle delegazioni junior dei Repubblicani americani e a un deputato israeliano del Likud, Ariel Kallner che, causa guerra, partecipa con un videomessaggio. Non c’è fisicamente il leader leghista, volato nel frattempo a Palermo non solo per inaugurare i nuovi spazi del porto della città, ma anche per confermare il patto con il movimento autonomista di Raffaele Lombardo anticipato giorni fa, anche se non fa mancare il suo sostegno all’iniziativa. L’alleanza in Sicilia si tradurrà in una lista per le Europee. Guardando all’Europa, la strategia di Salvini appare chiara. E sempre più contigua alla destra sovranista, rappresentata ad esempio dall’amica Marine Le Pen e dal suo Rassemblement national. Del resto l’idea di una conferenza dei giovani di Id è nata proprio insieme alla leader francese, che a settembre fu l’ospite d’onore del raduno di Pontida, tra applausi e mal di pancia dei militanti più ortodossi. Salvini rimedia all’assenza nel parterre romano con un endorsement che fa arrivare alla conferenza dei giovani della destra internazionale, riuniti in una sala congressi non troppo distante dal Quirinale. «Un’altra Europa è possibile, rimettendo al centro lavoro, famiglia, sicurezza», li incoraggia da Palermo. E aggiunge: «Pensare a un Parlamento per la prima volta, senza guida socialista e di sinistra, è qualcosa che è a portata di mano». Ricorda di averli incontrati di persona la sera prima e aggiorna il confronto a dicembre. Allora la Lega accoglierà in Italia una manifestazione con i big della delegazione europea di Identità e democrazia, rinsaldando probabilmente la corsa sempre più in solitaria (rispetto agli alleati italiani) per le Europee. Più esplicita l’eurodeputata leghista Susanna Ceccardi: «Noi proponiamo un patto anti inciucio con tutto il centrodestra, che non coinvolga la sinistra europea che ha già fatto troppi danni», rammenta a margine della conferenza romana. Ma con toni più spicci aggiunge che se il resto del centrodestra italiano non vorrà aderire «deve dirlo apertamente». Si conferma così un refrain che da tempo i leghisti ripetono: per strappare il Parlamento europeo alle sinistre, la coalizione che sostiene Giorgia Meloni deve fare fronte comune. Esattamente come ha conquistato Palazzo Chigi. Una strategia che procede anche in Italia e qui la scelta del segretario è caduta sulla Sicilia. Ecco il motivo dell’alleanza con la creatura di Lombardo, quel Movimento per le autonomie con cui la Lega si alleò 14 anni fa per le Politiche. «Nulla di nuovo, insomma», è stato non a caso il commento più diffuso, specie di Forza Italia che ha accolto la mossa con freddezza. Complice anche la rivalità tra i due partiti sull’isola. Salvini in ogni caso assicura: «Non chiediamo più posti. Ci interessa crescere». E Lombardo gli fa eco: «Insieme in Sicilia siamo una forza del 13,6%, solo un punto in meno di FI, che esprime il presidente della Regione, e di FdI, che esprime il presidente dell’Ars». Nella foto Matteo Salvini e Raffaele Lombardo