Zone franche montane, pressing sull'Ars: «La Regione Siciliana può autonomamente legiferare»
«Lo Statuto della Regione Siciliana, pur nella sua incompiuta realizzazione, e le relative norme di attuazione, nonostante la loro anacronistica inadeguatezza, disegnano un sistema di autonomia che, nella seppur sua mortificata concreta attuazione, è tale sotto il profilo "istituzionale, procedurale e finanziario", rispondendo alle condizioni di legittimità richieste in sede comunitaria per l’adozione di benefici fiscali ad effetto limitato al solo territorio regionale, quali quelli previsti dalle zone franche montane di cui al DdL 337/2023, che disporrebbe l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia». Lo ha affermato, nel corso di un incontro che si è svolto a Gangi, Angelo Cuva, docente di Diritto Tributario presso l’Università di Palermo e presidente della Camera degli avvocati tributaristi del capoluogo. A sottolineare quanto affermato dall’avvocato Cuva è stamattina in una lettera inviata al presidente dell'Ars Gaetano Galvagno e a quello della Regione Renato Schifani, il presidente dell’Associazione zone franche montane, Vincenzo Lapunzina, ricordando che il professore Cuva da qualche giorno è anche componente del Comitato tecnico per l’attuazione della riforma tributaria, presieduto dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo. A Cuva si aggiunge Riccardo Compagnino, esperto di finanza locale e cultore dello Statuto autonomistico siciliano, «da sempre - sottolinea Lapunzina - accanto alla battaglia di civiltà che conduciamo da oltre 3.060 giorni. Nel parere pro veritate che ha redatto il professore Compagnino e messo a disposizione della terza Commissione dell’Ars, presieduta dall’onorevole Gaspare Vitrano, dell’Ufficio Legislativo di Palazzo dei Normanni e del Segretario generale del Parlamento regionale, si evince altresì che “il complessivo quadro comunitario e la consolidata giurisprudenza comunitaria assegnano - e confermano alla Regione Siciliana la potestà tributaria che consente l’adozione di misure di fiscalità di sviluppo strutturale esenti dal regime di notifica preventiva alla Commissione Europea”». Il presidente dell’Associazione suggerisce che Compagnino potrebbe fungere da supporto per la redazione del parere, «che il presidente Vitrano - riferisce - ha formalmente chiesto all’ufficio legislativo dell’Ars e che ci risulta (dopo mesi) non essere stato formalmente restituito al richiedente». In definitiva, prosegue Lapunzina, «la Regione Siciliana può autonomamente legiferare riguardo alla istituzione di zone franche montane» e «c’è la chiara percezione che tale passo storico non sia stato compiutamente fatto per una incomprensibile mancanza di volontà politica. Al punto che possiamo affermare che le zone franche montane in Sicilia sono diventate materia “sorvegliata”».