«Chi compie il male è insensibile alla sofferenza umana. Diventa imprenditore e propagatore compiaciuto di sofferenza. Questo è la mafia, questo sono gli uomini e le donne delle organizzazioni mafiose. Questo sono i piromani che appiccano il fuoco devastatore della nostra martoriata Sicilia. Questo sono i sette stupratori della ragazza dilaniata nel corpo e nell’anima al Foro Italico: giovani accomunati dal delirio di “onnipotenza virile”, scatenatosi su una donna trattata come mera “carne”’ da preda». È un passaggio dell’omelia dell’arcivescovo Corrado Lorefice durante la messa per l'anniversario dell’assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo alla chiesa San Giacomo dei Militari a Palermo. Parole forti quelle dell’alto prelato che mettono insieme mafiosi, incendiari e stupratori, che dimostrano di non avere alcun rispetto per la vita umana. «Uomini e donne, adulti e giovani, che hanno smarrito la passione morale - aggiunge Lorefice - . Incapaci di amare, di rispettare e di onorare la vita altrui. Uomini e donne, pertanto, senza fondazione religiosa, indifferenti alla sofferenza umana, all’ingiustizia. Seminatori di dolore e divulgatori di iniquità. Idolatri della violenza. Vittime anche loro della deriva antropologica in atto frutto della sconfitta educativa che pesa sulla coscienza di noi adulti».