Una battaglia continua quella tra l’Amat , l'azienda dei trasporti pubblici di Palermo, e l'animalista Enrico Rizzi sulla richiesta di una campagna pubblicitaria sui bus. Dopo la consultazione col socio unico dell’azienda partecipata, il Comune, la società ha detto no a quelle immagini - ritenute cruente e troppo esplicite - da mostrare sui mezzi di trasporto cittadini, per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo sfruttamento degli animali, dei cavalli in particolare. Rizzi però, influencer in ambito animalista e legale rappresentante della Enrico Rizzi official, non se ne dà per inteso e attraverso l’avvocato Alessio Cugini Borghese insiste per avere chiarimenti sulla campagna mai partita. Altrimenti, scrive il legale all’azienda di via Roccazzo, darà corso al mandato ricevuto da Rizzi, che è quello di una diffida e messa in mora della partecipata che gestisce il trasporto pubblico in città: obiettivo, ottenere la pubblicazione della campagna oppure il risarcimento del danno. Nella nota dell’11 agosto, firmata dal presidente dell’Amat, Giuseppe Mistretta (e in cui si parla di un tale «signor Frizzi»), si fa riferimento alla necessità di coinvolgere il Comune, come unico azionista dell’azienda, nell’approvazione dell’iniziativa pubblicitaria e propagandistica a favore dei cavalli che trainano le carrozze. Pur ribadendo «la nostra posizione di estrema sensibilità al benessere degli animali, così come lo è pure il Comune», e pur parlando di «intenzioni lodevoli e condivisibili», Mistretta osserva che, nelle «immagini inviate alla nostra unità pubblicità, vengono rappresentate scene cruente che coinvolgono cavalli, purtroppo vittime durante l’espletamento del servizio». Così la società ha sottoposto tutto «al nostro socio di riferimento», perché «nella proposta pubblicitaria si ravvede una incoerenza con le ordinanze emesse dal signor sindaco» a tutela dei cavalli gestiti dagli gnuri. Quindi la chiosa finale: c’è la «possibilità di effettuare la predetta esposizione pubblicitaria, purché il contenuto dei manifesti sia condiviso da entrambe le parti. E ciò riteniamo sia ragionevole, per evitare che tali immagini possano turbare eventuali ricettori sensibili, bambini eccetera». Replica l’avvocato Cugini Borghese: «Le immagini inserite - scrive - non contengono scene di abbattimento o similari, semmai sono la fedele riproduzione di quanto accade per le vie cittadine, e se ciò costituisce motivo di fastidio per qualcuno, e davvero si vogliono tutelare “ricettori sensibili e bambini”, allora bisognerebbe intervenire per sanzionare i responsabili di queste situazioni di sfruttamento, non censurare chi le porta all’attenzione di tutti». Tra l’altro la campagna è stata svolta anche con manifesti affissi altrove, che - osserva il legale - non risulta siano stati censurati. Sabato 26 ci sarà una manifestazione degli animalisti a sostegno dei cavalli sfruttati e maltrattati.