I requisiti sono il pomo della discordia dei bandi per reclutare e assumere dirigenti al Comune di Palermo, pubblicati sul sito istituzionale, ma già oggetto di una interrogazione firmata da tutte le opposizioni. Il nodo sono appunto i titoli richiesti, laurea magistrale e triennale. «Decidono di fare i concorsi in tutta velocità - dice Fabio Giambrone, capofila della protesta - . Abbiamo esaminato gli atti propedeutici, tra cui la direttiva del sindaco e vogliamo chiarezza su alcuni requisiti. Venerdì ho convocato in VII commissione l’assessore al Personale Dario Falzone, il capo settore Ferrara e il segretario generale».
Riassumendo. C’è un piano di rafforzamento del personale e un atto di indirizzo su come procedere. Con una delibera è stata approvata la programmazione di spesa annua 2023, attraverso l'utilizzo delle risorse liberate con il turn-over del personale. Serviranno ad immettere in servizio un direttore generale, vari dirigenti e quattro funzionari. Tocca al segretario generale individuare i servizi dirigenziali da mettere attualmente a bando, oltre ai relativi requisiti di ammissibilità e titoli di preferenza. E qui cascherebbe l’asino.
I requisiti di accesso richiesti per tutte le funzioni dirigenziali (compreso i funzionari) sono intanto il possesso di laurea vecchio ordinamento, magistrale o specialistica, tranne che per una funzione dirigenziale che è appunto «il dirigente destinato all’ufficio del cerimoniale e delle relazioni internazionali», dove invece basterebbe una laurea triennale. Per la stessa funzione dirigenziale che si occuperà di relazioni internazionali si richiede semplice conoscenza di una lingua straniera da accertarsi con eventuale colloquio, mentre per le altre funzioni è richiesta certificazione linguistica. «Si chiede di conoscere le motivazioni, anche giuridiche, che hanno determinato queste diversità, e se la legge consente l'accesso alla funzione dirigenziale con laurea triennale e non magistrale - si legge nell’interrogazione - . Inoltre appare anomalo, come a fronte di un flusso considerevole di risorse destinato al funzionamento dei servizi alla persona, non sia presente nessuna funzione dirigenziale ai servizi sociali con specifico ed appropriata laurea in campo pedagogico e psicologico».
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