Palermo

Martedì 22 Ottobre 2024

Palermo, stretta finale sulle aziende partecipate

Aziende avvisate, aziende (quasi) salvate. O forse, addirittura, affondate. Il piano di riequilibrio rimodulato, approvato a fine giugno, comporta una serie di lacci e lacciuoli per contenere la spesa, confinandola nei valori dei contratti di servizio di tre anni fa, che non consentiranno il minimo spazio di manovra supplementare agli amministratori. Saranno dieci anni duri (tanto durerà il piano), caratterizzati da norme stringenti che, obiettivamente, non si sa quanto potranno essere rispettate: il rischio può essere quello di una diminuzione della qualità e della quantità dei servizi offerti alla città per fare quadrare i conti. Il vicesindaco Carolina Varchi e il dirigente del servizio Controllo analogo, Roberto Pulizzi, firmano una direttiva sintetica, agile, veloce, suddivisa in otto punti, inviata a tutte le aziende a totale controllo del Comune, con cui si consegna ai Cda le regole cui attenersi senza possibilità di deroga. Del resto, la situazione finanziaria delle società lascia chiaramente presagire l’effettiva possibilità che nel corso della durata decennale si possano configurare «oneri latenti e passività potenziali», per questo «si è reso necessario adottare le azioni correttive - scrivono Pulizzi e Varchi - da applicarsi già a decorrere dall’annualità 2023, la cui eventuale mancata applicazione, anche parziale, è suscettibile di compromettere gli equilibri di bilancio e con essi il risanamento che il piano stesso si propone». Un servizio completo di Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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