Palermo

Sabato 23 Novembre 2024

Schifani: «Alla Regione Siciliana si sbloccano le assunzioni, saranno banditi nuovi concorsi»

«Il lavoro preparatorio è già stato fatto. Domani (12 luglio, ndr) ci sarà una videoconferenza in cui verranno messi a punto i dettagli col ministro Giorgetti e il ragioniere generale dello Stato. Posso anticipare che verrà consentito alla Regione di bandire nuovi concorsi, allentando i vincoli del vecchio patto con lo Stato». Il presidente Renato Schifani apre l’agenda di medio periodo. Annunciando che alla modifica del patto che finora ha bloccato il turn over seguirà l’assegnazione dei poteri speciali per realizzare due termovalorizzatori. Quante assunzioni potrete fare, una volta tolto il blocco voluto da Roma? E quali vincoli resteranno per limitare le spese correnti della Regione Siciliana? «I compiti a casa, per riferirci agli impegni che la Regione aveva assunto due anni fa, si ridurranno da 24 a 5. Li stiamo definendo. Ma la cosa importante è che potremo fare i concorsi per assumere nuovi funzionari. Abbiamo una carenza di circa 1.200 persone e credo che potremo bandire entro l’anno un concorso per alcune centinaia, se non per la metà di questi vuoti». E per i dirigenti cosa prevedete? «Attendiamo di conoscere le indicazioni definitive che il ministero dell’Economia ci darà domani. Per esempio bisognerà valutare se serve un concorso pubblico o interno, se sarà per titoli o esami. Nell’attesa di conoscere questi limiti, non possiamo fare previsioni sulla dirigenza». Al governo nazionale aveva chiesto anche i poteri speciali per realizzare i termovalorizzatori. «E anche in questo caso col ministro Pichetto siamo già d’accordo. I miei e i suoi uffici hanno già scritto il testo di un emendamento che verrà agganciato a un decreto legge alla ripresa dopo la pausa estiva. Entro l’anno avrò gli stessi poteri speciali che sono stati dati al sindaco Gualtieri a Roma: mi permetteranno di tagliare i tempi. Conto di preparare i bandi per la fine dell’anno. Un impianto nascerà a Palermo, l’altro a Catania». E all’Ars, quali leggi da qui all’estate? «Giovedì farò un vertice di maggioranza per fare il punto. Porrò agli alleati l'esigenza di approvare entro luglio la riforma delle Province in commissione per arrivare in aula a settembre. Reintrodurremo il voto diretto per l’elezione dei presidenti, prevediamo le urne in primavera». Intanto, la Consulta ha detto che non potevate prorogare i commissari straordinari. E ciò è la premessa per una impugnativa del governo nazionale della leggina che vi consente di rinviare le elezioni con la formula del secondo livello (in cui a votare sono solo sindaci e consiglieri comunali). Come uscirete dal vicolo normativo? «Se arriverà l’impugnativa del governo nazionale, ci vorrà un anno prima che la Consulta si pronunci di nuovo. E noi nel frattempo avremo approvato la riforma che ricostituisce le vecchie Province evitando il voto di secondo livello. Che non servirebbe a nulla». Come valuta i rapporti con gli alleati dopo la pax scaturita dal rinvio del rimpasto? «Il clima in maggioranza è sereno. Ho ritenuto di evitare di procedere col rimpasto per evitare tensioni con i partiti. Io sono stato scelto come candidato in quanto garante dell’unità della coalizione. Gli assessori godono della mia fiducia e stanno lavorando. Abbiamo superato le tensioni interne e lo dimostra il voto della norma che assegna i fondi a Taormina». Cosa c’è stato di nuovo in quel voto? «Segna un passo positivo per il governo e la maggioranza che sono rimasti compatti. È stata data una risposta alla sguaiata e offensiva opposizione di Cateno De Luca. E così è stato superato un momento di criticità anche col presidente dell'Ars Gaetano Galvagno. La norma proposta da De Luca era sbagliata, priva di copertura. È passata la mia, frutto del confronto. L'ha votata anche De Luca. Ma lui voleva penalizzare i privati e noi ci siamo opposti. È la linea della fermezza: non tratto con chi mi punta la pistola alla tempia. De Luca voleva firmare una ordinanza con cui impediva gli spettacoli se non fossero arrivati i finanziamenti al Comune nella formula da lui proposta. A queste minacce non mi piego». Avete dato 14 milioni alla formazione. Altro settore in cui si erano registrati scontri dentro e fuori la giunta. Ma i problemi strutturali restano. «Abbiamo fatto scorrere la graduatoria del vecchio Avviso 8. E questo dà ossigeno immediato agli enti. Ora stiamo lavorando a una indagine demoscopica per verificare l'esigenza del mercato siciliano. Adegueremo l’offerta di formazione a queste esigenze. Sapremo presto quali figure servono e sulla base di ciò verranno impostati i corsi». I grillini chiedono un dibattito d’aula sugli scandali che hanno travolto l’assessorato al Turismo. Il governo è pronto? «L’aula è sovrana e se ci convocherà, non mi sottrarrò. Ma non vedo anomalie e criticità nel settore. In un momento in cui il turismo è in grande ripresa forse di questo dibattito non si avverte l’esigenza. Anche perché l'assessorato lavora con professionalità e in continuità col passato». Dopo la morte di Berlusconi il suo partito, Forza Italia, si affida a Tajani. Reputa sia l’uomo giusto? «È la soluzione migliore, che lo stesso Berlusconi aveva indicato, affidandogli incarichi prestigiosi. È un ottimo interprete dei valori di Forza Italia». A proposito di unità della coalizione. Da più parti in Sicilia le viene chiesto di opporsi alla riforma che introduce l’autonomia differenziata fra le Regioni. Cosa farà con una norma tanto cara alla Lega e invisa ai siciliani? «Saremo vigili su questa riforma e non consentiremo che si approvino norme che penalizzano la Sicilia. Chiederemo di porre la massima attenzione su alcuni temi, senza avere atteggiamenti preclusivi al dibattito. E soprattutto chiederemo che contestualmente venga riconosciuta, con un finanziamento vero, l’insularità e gli svantaggi che ne derivano. Non accetteremo nella prossima Finanziaria nazionale l’assegnazione di cifre simboliche come i 10 milioni del 2023».

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