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Il questore di Palermo: «Imprese permeabili ai facili guadagni ottenuti con la forza intimidatrice della mafia»

Laricchia punta l'indice sull’«infiltrazione nell’economia realizzata mediante ristoratori che hanno costituito un’impresa con il reggente del mandamento, con grave alterazione della concorrenza e della libertà di iniziativa»

Leopoldo Laricchia

«L’operazione di polizia che stamani ha portato all’esecuzione di 18 misure cautelari, ha disarticolato il mandamento mafioso di Resuttana, portando all’arresto del suo reggente e di altri uomini d’onore che ne costituivano figure di spicco nella gestione di sistematiche attività di estorsione ai danni di imprenditori di ogni ambito». Lo ha detto il questore di Palermo Leopoldo Laricchia, commentando l’operazione Resurrezione che ha portato all’arresto di 18 indagati per mafia nel mandamento di Resuttana, a Palermo. «Ma l’aspetto più rilevante - ha aggiunto il questore - consiste nell’avere portato alla luce la collaborazione alle attività criminali di professionisti, la cosiddetta borghesia mafiosa, che non ha esitato a mettere a disposizione le proprie competenze a vantaggio di cosa nostra».

Per Laricchia, un’«ulteriore infiltrazione nell’economia si è realizzata mediante imprenditori della ristorazione che hanno a tutti gli effetti costituito una vera e propria impresa mafiosa insieme con il reggente del mandamento, con grave alterazione della concorrenza e della libertà di iniziativa economica. Questa operazione purtroppo fa emergere come, contrariamente al discorso pubblico ufficiale, una parte del mondo delle professioni e dell’impresa sia permeabile ai facili guadagni conseguiti attraverso l’utilizzo della forza intimidatrice della mafia».

«Esprimo grande soddisfazione e ringraziamento alla squadra mobile di Palermo e allo Sco - ha commentato il sindaco Roberto Lagalla - per l’operazione che ha portato a disarticolare il mandamento mafioso di Resuttana». Secondo Lagalla, «l’attività investigativa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo alla quale va la mia gratitudine, spezza il legame di Cosa nostra in questo quartiere con una fetta di imprenditoria e dà un duro colpo all’influenza estorsiva esercitata sulle attività commerciali».

«Sommo apprezzamento», ha espresso anche il vicesindaco Carolina Varchi, affermando che «proseguono le attività di contrasto alla criminalità organizzata e a tutte le forme di illegalità che purtroppo attanagliano ancora la nostra città. Il duro colpo inflitto questa mattina al clan mafioso di Palermo genera un clima di piena e totale fiducia nei confronti dello Stato e con esso delle forze dell’ordine e della magistratura, a cui va il mio personale apprezzamento e ringraziamento. Ancora una volta lo Stato c’è e non arretra».

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