«Se il cittadino non sarà in regola con le imposte non potrà accedere ad alcuni servizi. Il Comune deve saper dire no». E’ questo il nuovo approccio tra amministrazione e contribuente che propone la vicesindaco di Palermo Carolina Varchi che oggi, a Sala delle Lapidi, insieme al sindaco Roberto Lagalla, ha presentato il Piano di riequilibrio. E’ la prima tappa (da concludere entro il 30 giugno) di un percorso in aula che porterà il Consiglio comunale ad approvare il bilancio il mese prossimo. Il Piano di riequilibrio riconosce la presenza di diverse passività tra cui l’accantonamento del fondo crediti di dubbia esigibilità (72 milioni), il fondo rischi spese legali (85 milioni), i debiti fuori bilancio (25 milioni), i disallineamenti (18 milioni). «Per definire il Piano - ha detto la vicesindaco - ci siamo avvalsi di una cabina di regia formata dal ragioniere generale Bohuslav Basile, dal capo area delle entrate Maria Mandalà e dal dirigente dell’Ufficio autonomo per il controllo delle Partecipate Roberto Pulizzi. Abbiamo con loro rimodulato il Piano in riferimento sia alle entrate che alle società partecipate. A queste ultime sarà richiesta una spending review e una diminuzione delle consulenze esterne. Il Comune dovrà essere informato preventivamente delle spese e delle assunzioni di personale. Le Partecipate saranno chiamate a farsi affiancare dal Comune per un controllo ex ante (e non ex post)». Per quanto riguarda le entrate, ha riferito in aula la vicesindaco Varchi, «il Comune tenderà la mano ai cittadini che vogliono essere in regola pagando le tasse. Ma chi non le paga non potrà accedere ad alcuni servizi comunali. Se il cittadino non sarà in regola con le imposte non potrà ottenere alcune autorizzazioni. Vogliamo attribuire al cittadino una sorta di patente del contribuente, un titolo abilitativo per chiedere servizi, autorizzazioni e concessioni. E’ necessario che tutti paghino le tasse perché si possa pagare di meno. Per far questo, abbiamo già potenziato gli uffici. L’offerta di alcuni servizi sarà preceduta da un controllo di regolarità contributiva. Saranno fatti salvi tutti i servizi che il Comune deve fornire per legge (come, ad esempio, quelli per disabili e minori)».