I cambiamenti climatici «sono sotto gli occhi di tutti», la guerra in Ucraina «ha rallentato l’economia» e «sostenibilità, finanza e innovazione sono le tre parole chiave, questioni che trovano largo spazio nell’agenda internazionale e interpellano i governi». E allora, è il monito del Capo dello Stato Sergio Mattarella al XVI Symposium Cotec Europa, «la Repubblica Italiana è chiamata a fare la sua parte, in occasione degli appuntamenti multilaterali dei prossimi mesi». Nel 2024, è l’avvertimento di Mattarella, «con la presidenza del G7, l’Italia avrà la possibilità di orientare l’agenda dei lavori verso un coordinamento con i Paesi partner con uno sguardo di lungo periodo: sicurezza alimentare, clima, energia e investimenti in infrastrutture sostenibili saranno aree di interesse, con particolare riferimento al continente africano. È in gioco la prosperità dell’intero pianeta». Parole condivise dal Re di Spagna Felipe V e dal presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, a Palermo per l’appuntamento annuale del Cotec quest’anno dedicato all’’Innovazione nella finanza sostenibilè, a cui ha partecipato anche il commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni. Per Mattarella «pandemia e rinnovate tensioni internazionali, a partire dalla guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l’indipendenza dell’Ucraina, hanno provocato un rallentamento delle economie, con una contrazione delle capacità di spesa in tutti i Paesi e soprattutto in quelli a più basso reddito». L’orizzonte, per il Capo dello Stato, è «il potere trasformativo dell’innovazione in tutti i settori, anche in quello della finanza, e sul ruolo di quest’ultima nel mobilitare risorse per obiettivi di inclusione e crescita: basti pensare alle trasformazioni gemelle, digitale e verde». E «sull’insieme di queste tematiche, Spagna, Portogallo, Italia, con l’Unione Europea, possono assolvere a un ruolo importante, anzitutto quella di favorire il consolidamento e l’integrazione delle finanze pubbliche dei Paesi emergenti» e «in secondo luogo, cogliere l’opportunità di finanziare la formazione, la ricerca e l’applicazione di nuove tecnologie nei Paesi partner». «Essenziale», secondo Gentiloni, «è il contributo e il ruolo europeo: il Green deal europeo è la nostra carta di identità, secondo le nostre stime, occorrono investimenti aggiuntivi per oltre 500 miliardi di euro all’anno da qui al 2030 per ridurre le emissioni del 55%». Il Re di Spagna Felipe VI ha evidenziato come «la reputazione dei nostri Paesi dipende in larga misura dalla capacità di attrarre e trattenere talenti, e dalla capacità di innovare». E “innanzi al mutamento climatico - ha incalzato il presidente del Portogallo - è necessario agire e purtroppo in tanti casi, reagire: l’azione climatica è inseparabile dallo sviluppo sostenibile, globale, ambientale, scientifico, tecnologico, intergenerazionale, giusto, comunitario e veramente umano. Questo sviluppo oggi è la nostra sfida». Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa San Paolo, ha sottolineato che «l’innovazione viene da due grandi canali» uno è quello «dei problemi da risolvere, la cosiddetta demand pull innovation: cambiamento climatico, disuguaglianza, esaurimento delle risorse e riduzione della biodiversità nel mondo». E in questo senso «gli Esg guidano lo spirito e l’azione delle istituzioni finanziarie, sia dal lato della raccolta sia dal lato degli impieghi», ha sottolineato l’ad di Cdp Dario Scannapieco. E le previsioni lo dimostrano: «Per dare un’idea del peso sempre più significativo dei fattori Esg nelle scelte degli investitori, si stima - ha aggiunto - che le masse gestite a livello globale passeranno dai circa 15 trilioni di dollari nel 2014 a oltre 50 trilioni nel 2025, ovvero oltre un terzo dei 140 trilioni di asset under management complessivamente previsti entro quella data su scala mondiale».