Palermo

Mercoledì 18 Dicembre 2024

Il sindaco di Partinico revoca le deleghe a Genova, la Dc lo espelle dal partito

La sede del Comune di Partinico

Il sindaco di Partinico Pietro Rao ha revocato le deleghe all’assessore Agostino Genova di Partinico, Totò Cuffaro lo ha espulso dalla Democrazia Cristina.  Sono le decisioni dopo la notizia dell’inchiesta sui falsi invalidi, culminata con l’arresto ai domiciliari di Genova nell’operazione «Vediamoci Chiaro» scattata a Palermo e condotta dal nucleo di polizia economico e finanziari della guardia di finanza.

Rao: «Ho immediatamente revocato le deleghe»

«Ho immediatamente revocato le deleghe, seppur marginali - scrive in una nota il primo cittadino - allo stesso affidate e che vengono assegnate momentaneamente alla vicesindaco Tea Speciale». «Il sindaco e la giunta, fiduciosi del lavoro della magistratura - si legge in una nota del Comune -, confidano che venga fatta chiarezza per quanto accaduto, precisando che l’inchiesta non riguarda in alcun modo atti o iniziative legate all’attività amministrativa dello stesso.

Cuffaro: «Siamo profondamente indignati»

«Stamattina, un minuto dopo aver appreso dalla stampa la notizia dell’indagine della guardia di finanza, abbiamo immediatamente sospeso Agostino Genova dalla Dc. Siamo stati tempestivi nell’emettere il provvedimento di sospensione, così come abbiamo reso noto attraverso un comunicato, e, dopo aver letto le intercettazioni diffuse dalla stampa, lo abbiamo espulso». Lo dichiara il segretario nazionale della Dc, Totò Cuffaro. «Siamo profondamente indignati e disgustati sia per il discredito delle istituzioni che appare nelle parole utilizzate e che sono state intercettate. A Genova, lo ribadisco, abbiamo inviato una lettera di sospensione con effetto immediato dal partito e poco dopo di espulsione - aggiunge Cuffaro - Esprimiamo, inoltre, totale fiducia nel lavoro della magistratura che, siamo certi, accerterà rapidamente i fatti di una vicenda che desta profondo turbamento». «In queste ore - prosegue - stanno inoltre emergendo intercettazioni nelle quali Genova fa il mio nome. Credo sia opportuno che vengano pubblicate tutte le conversazioni avute con lui. Da queste verrà fuori la mia esigenza di legalità e di ricerca del consenso pulito. Tutte le volte che ho parlato con lui, ho sempre ribadito la necessità di legalità e correttezza nell’operare, ricordando quanto fosse importante per i dirigenti gli iscritti e gli elettori della Dc, avere un partito libero, aperto e soprattutto che rispetti i principi di legalità e correttezza politica». (ANSA).

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