Anche ieri Consiglio comunale deserto a Palermo. Il presidente, Giulio Tantillo, ha chiamato l’appello in una sala vuota. Una settimana perduta. E dire che le cose da fare non mancano, ci sono tutte le delibere propedeutiche al bilancio da approvare. Ma niente. Evidentemente, permane l’indisposizione soprattutto della maggioranza perché, diciamoci la verità, toccherebbe ai gruppi di centrodestra garantire prima degli altri la presenza. E così non è.
Peraltro, a saldare il malumore fra destra e sinistra c’è il problema delle indennità che, si è scoperto, possono aumentare per tutti (assessori, sindaco, presidente del Consiglio comunale) tranne che per la truppa. E allora, sono un po’ saltati i nervi. Oggi, riposo. Domani (12 giugno), alle 14,30, si terrà una conferenza dei capigruppo alla presenza del sindaco. Roberto Lagalla dovrà, come un domatore, cercare di tenere a bada le pretese di un Consiglio al quale era stato fatto credere che col prossimo bilancio le indennità sarebbero raddoppiate. Ma ci sono due ordini di problemi: l’adeguamento del valore dei gettoni all’Istat che non è automatica ed è un’operazione che può fare solo il ministero. E pare che siano arrivate rassicurazioni in questo senso dal sottosegretario al Mef che dovrà agire di concerto col ministero degli Interni.
Poi servirebbe - come ha suggerito il segretario generale del Comune, Raimondo Liotta - l’adozione di un decreto che sostanzialmente sbloccasse la situazione e consegnasse all’ente locale una via d’uscita. Giulio Tantillo, presidente dell’aula, dispensa ottimismo: «La materia è complessa e spesso sfugge ai più il cuore del problema. Tuttavia, per dirla facile facile, penso che con piccoli aggiustamenti si potrà arrivare a un incremento del 30% del valore del gettone di presenza». Intanto, l’associazione dei comuni ha concordato con la Regione che con l’assestamento vengano appostati 20 milioni per garantire gli aumenti delle indennità nei Comuni siciliani.
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