Il Comune di Palermo cerca di tagliare la testa al toro e di evitare che la movida nel centro storico si trasformi in corrida insanguinata con risse, pestaggi e perfino fendenti sferrati da adolescenti dal coltello facile. Come? Colpendo più severamente da subito e con urgenza tutti i locali nei quali l’inosservanza di certe norme può concorrere a facilitare poi i comportamenti illeciti. Il Comune fa la sua parte: la prossima settimana emetterà un'ordinanza che inasprisce le sanzioni ai titolari di locali che non rispettano i limiti delle emissioni sonore, occupano più suolo pubblico di quello assegnatogli, vendono alcolici ai minorenni. La chiusura temporanea sarà prolungata: non più 5 giorni o 15 ma anche 180. Altra novità. Per la prima volta si potrà arrivare alla sospensione e addirittura alla revoca della licenza di pub, ristoranti e sale danzanti anche in assenza di precedenti penali per lesioni, estorsione, rapina, furto, reati contro lo Stato e condanne senza «ravvedimento» dei titolari, come avvenuto finora con l’interruzione di 39 attività. La scure adesso cala pure su chi ha commesso reati amministrativi legati ed equiparati all’abuso del titolo, appunto. Quando, per essere più chiari, un esercizio viola ripetutamente le norme e finisce nella lista nera della polizia municipale, che gli ha fatto spesso visita elevando contravvenzioni. Ora l’amministrazione è decisa ad applicare fino in fondo l’articolo 10 del Tulps, il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, disponendo anche la cessazione dell’attività. Non si era mai arrivati alla soluzione drastica, accontentandosi di infliggere il danno economico delle multe salate, ma i tempi oggi lo impongono. «Anticiperemo l'ordinanza per le sanzioni sulla movida e sarà simile a quella per il suolo pubblico. In questo senso abbiamo già 10 posizioni sotto esame - spiega l’assessore cmunale alle Attività produttive, Giuliano Forzinetti -. Potrebbero presto scattare le misure estreme. E abbiamo chiesto a Sispi l'elenco di tutte le attività commerciali, visto che finora i controlli hanno riguardato solo le attività di somministrazione di cibo e bevande, che sono già comunque migliaia». Intervenire sui possibili focolai del divertimento malato, mettendo quantomeno in sicurezza i luoghi dove i giovani stazionano fino a tarda notte nei fine settimana, trasformati in campionati di lotta libera. Dalla Vucciria a Ballarò, fino alla Magione. Le baby gang hanno dimostrato di avere più o meno precise fermate di sosta per scazzottate e confronti da cavalleria rusticana. Basta poco, una scusa stupida, per attaccare briga, che poi è il vero obiettivo della serata, dove cresce a dismisura l’uso di birra e droghe. Gli ultimi episodi hanno fatto rialzare la temperatura sul Cassaro e in via Roma, assi principali dei regolamenti di conti tra ragazzi. Discorso a parte, ma con contatti già in itinere per siglare un protocollo con la questura, quello di ampliare il plafond dei reati che fanno scattare le chiusure ed il ritiro delle licenze. A quelle finora revocate, su 5.000 casellari giudiziari passati al setaccio dalla speciale task force messa in piedi al Suap, potrebbero aggiungersene altre 100 per il momento sorvegliate speciali e che finiranno proprio sul tavolo del confronto con la polizia. Buona condotta, requisiti morali e di onorabilità sono il filo conduttore della corretta gestione, requisiti già previste dall’art. 11 del Tulps. Infatti, l’autorizzazione di polizia va utilizzata conformemente alle prescrizioni contenute nelle leggi.