La maggioranza alla Regione Siciliana si trova in una fase critica ed esiste un tema politico all’interno della coalizione se un esponente del governo regionale decide di sostenere un candidato dello schieramento avversario nel suo territorio di elezione. Un tema che deve essere affrontato dal presidente della Regione, Renato Schifani, con i partiti che compongono la coalizione.
«Ho sollevato la questione e fatto il minimo sindacale per il ruolo che rivesto: salvaguardare la coalizione e difendere il mio partito», spiega Giampiero Cannella coordinatore di FdI nella Sicilia occidentale che parla del caso di Mimmo Turano, l’assessore regionale della Lega. A Trapani molti esponenti leghisti di primo piano hanno appoggiato con una lista civica il candidato di centrosinistra, Giacomo Tranchida, sindaco uscente confermato alle urne.
Cannella, lei è stato accusato dalla Lega, e segnatamente dalla senatrice Valeria Sudano, di avere usato toni ultimativi in questa vicenda.
«Credo che la Sudano abbia messo una passione degna di migliore causa in questa vicenda che sarebbe più opportuno destinare agli avversari e non agli alleati… Detto questo, io non ho usato termini arroganti o ultimativi. Ho posto un problema in maniera molto garbata. Ho solamente sollevato la questione di un assessore che al governo gioca con una maglia e nella sua città indossa la maglietta della squadra avversaria. Se un ministro del governo Meloni, non di sicuro di Fratelli di Italia…, avesse promosso una lista civica a sostegno di un candidato di sinistra in qualsiasi altra città d'Italia, qualcuno avrebbe posto il problema? Dico di sì. Ho fatto il minimo sindacale per il ruolo che rivesto: salvaguardare la coalizione e difendere il mio partito. A Trapani ha perso il centrodestra, non il mio candidato. Questo è un problema della coalizione».
Un problema che potrebbe essere risolto con un rimpasto che potrebbe coinvolgere anche i vostri assessori?
«Il tema del rimpasto lo leggo solo sui giornali e non è per me sul tavolo. Non ho ricevuto alcuna notizia, comunicazione o segnale in tale senso. Non ho la facoltà e nemmeno la voglia di fare le pagelline ai nostri 4 assessori. E anche se fosse, dico che avrebbero superato in maniera più che abbondante la sufficienza. Ho posto un problema che è politico e il tema del rimpasto, se ci fosse, non mi appassionerebbe. Ma se ci fosse una decisione in tal senso e coinvolgesse anche FdI, noi non saremmo disposti ad avallarlo».
Anche altrove, si argomenta, esponenti di FdI hanno appoggiato liste al di fuori del perimetro di centrodestra.
«Ci sono stati casi, anche di esponenti di FdI. E sono sempre da evitare. Ma nel caso di Trapani non si tratta di un dirigente periferico, ma di un dirigente di peso. Un esponente importante della Lega che sta al governo regionale».
Cosa serve: un tavolo di coalizione, un chiarimento tra il presidente Schifani e la Lega o tra Schifani e gli alleati?
«Schifani non ha di certo bisogno dei miei consigli per l’esperienza politica che ha maturato. Credo che debba esercitare il ruolo che gli abbiamo consegnato con la fiducia che gli abbiamo accordato quando lo abbiamo candidato a presidente della Regione. Immagino che farà i passaggi necessari per superare questo momento. Che è di sicuro un momento critico. Il governo è insediato da poco tempo. È chiaro che possano esistere dei problemi nella fase di start up e che tutto non funzioni immediatamente come un orologio svizzero. Ma questo non è un tema della funzionalità di governo ma dei rapporti interni alla coalizione».
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