Ogni maledetto ritardo nei pagamenti del Comune ai suoi creditori costa un occhio della testa alle casse dell’amministrazione. In termini di interessi, ma non solo. E, da ora in poi, costerà anche ai dirigenti visto che la valutazione sulla tempestività dei pagamenti delle transazioni commerciali inciderà sulla valutazione della performance e quindi a scapito del risultato finale in termini di salario accessorio.
Il legislatore ha infatti previsto un regime sanzionatorio per gli enti che cincischiano con istruzioni di pratiche, impegni di spesa e bonifici. Alla fine della fiera, alla fine dei conteggi, alla fine dell’anno il conto è salatissimo: 5 milioni 749mila 180 euro solo nel 2022. È l’effetto di una norma che il legislatore ha introdotto proprio per combattere le lungaggini con cui gli enti tendono a liquidare le posizioni debitorie. Il rispetto dei tempi di pagamento è un obbligo di derivazione comunitaria da oltre vent’anni, spesso però preso alla leggera.
Un servizio di Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia in edicola oggi
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