Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Palermo, abusivi di via Alloro: si tratta per evitare il ricorso alla forza

L’assessore Tirrito con gli occupanti della via Alloro

Sono ancora sotto minaccia di sgombero le famiglie che da circa 10 anni occupano l’ex convento di Santa Maria della Pietà, in via Alloro, a Palermo. Secondo alcune voci, non confermate dall’amministrazione comunale, l’intervento delle forze dell’ordine per liberare l’edificio dovrebbe avvenire martedì prossimo, 2 maggio. Nel frattempo, la Comunità educante - Mandamento Tribunali, che da tempo segue la vicenda degli occupanti, ha reso pubblica una lettera aperta rivolta alle autorità locali, alla prefettura, alle associazioni e sindacati e a tutti i cittadini, per fare chiarezza su alcuni passaggi burocratici e per riaprire il dialogo tra le parti e scongiurare l’intervento coatto. «Le notizie circolate nelle ultime settimane - spiega Lara Salomone della comunità educante - sono false. Si è detto che lo sgombero è avvenuto in maniera pacifica e che le famiglie hanno accettato la proposta del Comune di essere trasferite in una struttura d’accoglienza di Boccadifalco. Non è così: finora solo due famiglie hanno ottenuto una vera casa, altre due sono iscritte alla graduatoria per l’emergenza abitativa e hanno ricevuto la promessa di una casa a breve; tutte le altre, circa 20, sono ancora dentro l’ex convento e sotto minaccia di sgombero». Tre nuclei familiari avevano, in effetti, accettato di trasferirsi nella struttura di accoglienza, salvo poi rientrare nell’edificio della Kalsa a causa degli orari restrittivi di entrata e uscita. L’amministrazione comunale, però, sembra ancora intenzionata a seguire la linea della collaborazione per evitare lo sgombero e trovare una soluzione alternativa per tutte le famiglie. «Avevamo proposto la struttura di Boccadifalco - spiega l’assessore Antonella Tirrito - poiché lì i nuclei familiari sarebbero stati seguiti, potevano sostare anche il giorno e rimanere tutti insieme. Avevamo messo a disposizione pullman per frequentare la scuola. Non tutti hanno accolto, e chi lo ha fatto si è poi tirato indietro. C’è stato un momento di frizione, ma siamo ancora intenzionati a collaborare, dando il tempo e l’assistenza per i traslochi. Non c’è la volontà di buttarli fuori nonostante siano abusivi e l’edificio sia pericolante». La parte più precaria della struttura è quella contigua a Palazzo Abatellis; il comune ha quindi emesso un’ordinanza di messa in sicurezza, a carico della prefettura. Dal prefetto è arrivata la richiesta di liberare l’ex convento dagli occupanti. «Le famiglie si sono spostate tutte nella parte integra dell’edificio - conclude Lara Salamone -. Credo che non si possa affrontare il problema delle occupazioni in modo improvvisato e con la logica degli sgomberi. Ci vuole interesse a risolvere davvero una situazione di proporzioni enormi».

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