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Palermo, il cane morto e le cure non prestate: interviene l'Ordine dei veterinari

Foto d'archivio

L’Ordine dei medici veterinari della provincia di Palermo interviene con una nota sulla storia di un cane di 13 anni portato per una presunta torsione gastrica in pronto soccorso presso una clinica veterinaria di Palermo, dove il personale medico si sarebbe rifiutato di prestare il soccorso opportuno.

«Sentiti i colleghi della struttura, visualizzate le immagini delle telecamere e acquisita la documentazione ampiamente diffusa a mezzo social si puntualizza l’esatta ricostruzione dei fatti», si legge nella nota . «Quando il medico ha iniziato ad inserire i dati necessari alla registrazione del paziente, chiedendo di acquisire il documento di identità del proprietario, quest’ultimo si è rifiutato di procedere con la registrazione, dicendo che non avrebbe pagato un euro per la procedura e che si era recato presso la struttura perché era convinto che tutto sarebbe stato effettuato a titolo gratuito. Il proprietario, quindi, ha reiterato la stessa azione presso un’altra clinica veterinaria di Palermo, con risultati sovrapponibili. Quindi non c'è stata alcuna richiesta di dilazionamento del pagamento, anche perché non c'è stata alcuna emissione di preventivo, stante il fatto che il medico non è stato messo in condizioni di visitare il paziente», prosegue la nota.

«La medicina veterinaria privata - osserva l’Ordine - non rientra nel sistema sanitario nazionale o regionale, non percepisce fondi pubblici ed è sottoposta a tutte le regole di sostenibilità di un’azienda privata».

«In questi giorni - prosegue la nota - abbiamo assistito a una professione gettata nel tritacarne mediatico e accusata di fare commercio. Tutti hanno pieno diritto ad esprimere la propria opinione ma è auspicabile che prima di formarne una si prenda in considerazione l’ipotesi di informarsi. Non abbiamo visto nessuno, per esempio, interrogarsi sul perché in una fattura per una prestazione medico veterinaria sia indicata un’Iva al 22%. Come se si trattasse di un bene di lusso e in netta antitesi con quanto succede nella medicina umana. Nessuno, quindi, percepisce questa tassazione come ingiusta e penalizzante e nessuno pensa che il legislatore debba provvedere in tal senso», conclude la nota dell’Ordine dei medici veterinari.

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