Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla chiede un commissario per accelerare i lavori a Bellolampo. Troppo grande il timore di una situazione incontrollabile a breve, dopo con lo stop ai lavori di realizzazione della vasca VII. Lo chiede con una lettera inviata all'assessore regionale all'Energia, a quello all'Ambiente e per conoscenza al presidente Renato Schifani.
Era stato l'amministratore unico in uscita, Girolamo Caruso, a mettere nero su bianco il problema, qualche giorno fa: nel giro di due o tre mesi Bellolampo non potrà ricevere nemmeno un chilo di immondizia per l'esaurimento delle capacità residue ma soprattutto per il fatto che i lavori per la realizzazione della vasca VII si sono fermati per una perizia di variante (il primo lotto doveva essere consegnato il 15 marzo). Il risultato è che fra 60 o 90 giorni ci saranno circa 850 tonnellate al giorno che non si sa dove potere portare. Si calcola che per le vie ordinarie «non si potranno “abbancare” rifiuti prima dei 7-8 mesi successivi al momento in cui sarà stata completata la perizia». E dunque dietro l'angolo si intravede il «tracollo del decoro e della pulizia della città».
Lagalla scrive che il rallentamento dei lavori ha «posticipato tutti i cronoprogrammi previsti e vanificando fino a oggi, il concreto utilizzo degli impianti».
Il primo cittadino fa presente che una volta raggiunta la capienza della discarica «occorrerà procedere -al fine di scongiurare pregiudizi igienico-sanitari in città - al loro trasferimento in altri impianti, con una conseguente lievitazione dei costi, assolutamente insopportabili da parte della Rap e di questa amministrazione, oltre che dai cittadini contribuenti, sui quali dovrebbero iniquamente ricadere gli oneri correlati».
In queste settimane, infatti, ha tenuto banco il dibattito sull’aumento del contratto di servizio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e il conseguente aumento della Tari, la tassa sui rifiuti. Nel 2022 il controvalore delle attività è stato di 101 milioni di euro. era stato ipotizzato di portarlo a 109 milioni senza Iva. Ma sul punto c’è stato un fuoco di sbarramento e l’impegno dell’amministrazione a non ritoccare le tariffe.
Conti salatissimi in caso di trasferimento, si diceva. Nell’ipotesi che non si riesca a sbloccare in tempo il nodo delle autorizzazioni alla perizia suppletiva (il cui progetto sembra che sia già stato definito), l’unica soluzione praticabile sarebbe quella di spedire i carichi imballati all’estero o nel nord Italia. Secondo i calcoli fatti dalla società partecipata del Comune, i costi sarebbero proibitivi: 400 euro per ogni tonnellata spedita fuori dall’isola. Per ogni mese, insomma, servono 10 milioni di euro. Improponibile.
Per questo il sindaco chiede di accelerare «nei modi consentiti e presso tutti gli organi coinvolti, le procedure autorizzative per l’utilizzo, anche parziale della VII vasca». Lagalla chiede di non «escludere la possibilità di proporre al presidente della Regione il ricorso alla nomina di un commissario straordinario con poteri adeguati a prevenire la potenziale e insostenibile emergenza». Ipotesi, quella del commissario, su cui «qualora condivisa e percorribile» il sindaco «si dichiara disponibile alla condivisione».
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