Palermo

Lunedì 25 Novembre 2024

Centro direzionale Regione: annullato il progetto da 425 milioni, si cerca un'altra sede

La Regione cancella il piano che avrebbe portato alla realizzazione di un polo in cui trasferire tutti gli uffici pubblici lasciando così i palazzi in affitto. Un progetto faraonico, 425 milioni di investimento, che non si farà più in via Ugo La Malfa. Anche se per quel progetto irrealizzabile proprio in questi giorni Palazzo d’Orleans pagherà due milioni ai professionisti che lo hanno ideato. Adesso è ufficiale. C’è il timbro della giunta che ha approvato una delibera traducibile come una inversione a U: «Avviare ogni utile interlocuzione con il Comune di Palermo al fine di individuare un’altra area per l’ubicazione del centro direzionale della Regione avente caratteristiche adeguate ai necessari profili di carattere tecnico-urbanistico e alle rilevanti esigenze di mobilità», si legge nel provvedimento. Dunque Regione e Comune cercheranno insieme un’altra sede per il centro direzionale. Ultimo atto, per ora, di un processo iniziato nel 2018 quando il governo Musumeci decise di realizzare un polo (con tre torri) in cui trasferire tutti i 12 mila dipendenti e pure gli enti collegati: la sede individuata era quella in cui oggi si trova l’assessorato all’Ambiente, in via La Malfa. Per le tre torri da realizzare al posto dell’attuale assessorato è stato bandito un concorso che adesso la Regione si trova costretta a saldare. La relazione che l’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, ha portato in giunta dice chiaramente che «la Regione ha l’obbligo di liquidare i premi di concorso, gli oneri accessori e le spese di gara nonché di avviare la fase finale per l’acquisizione di tutti gli elaborati del progetto di fattibilità tecnico-economica». In pratica la Regione deve pagare un progetto che non realizzerà: almeno non nell’area per cui è stato ideato. Su proposta della leghista Marianna Caronia in Finanziaria è stato cancellato il finanziamento da 20 milioni per acquistare quell’area. Che per la verità è di proprietà di un fondo immobiliare di cui la Regione è socia: la manovra prevedeva quindi l’acquisto della quota specifica. Ma è sempre stata una manovra dietro cui i grillini e pezzi della maggioranza hanno visto speculazioni immobiliari. L’assessorato guidato da Aricò ha studiato la situazione provocata dal blitz leghista per due mesi. Poi l’assessore è andato in giunta, riferendo che «al momento non si può pensare di realizzare in via La Malfa il centro direzionale». E con la delibera approvata dalla giunta si riparte quindi da capo: è caccia, insieme al sindaco Lagalla, a una nuova sede per gli assessorati regionali. La speranza è che il progetto che nel frattempo la Regione sta finendo di pagare possa poi essere adeguato per essere realizzato altrove. Per la verità, dietro le quinte si parla da mesi di un’area a Palermo che potrebbe essere indicata dal Comune. È quella dove ora si trova la stazione Notarbartolo: secondo i boatos si dovrebbe sfruttare la struttura esistente e costruire una struttura che si elevi parecchio verso l’altro, sopra i binari, per lasciare spazio ai treni. Un progetto ovviamente incompatibile con quello che la Regione sta finendo di pagare e che prevede le torri. Anche se alla delibera appena approvata l’assessorato ha allegato una relazione in cui c’è un passaggio che tradisce le perplessità del governo per una soluzione all’interno del tessuto urbano di Palermo: il confronto col Comune di Palermo deve prevedere l’individuazione di un’area a cui collegare «un piano della mobilità finalizzato a facilitare l’accesso al centro direzionale da concordare con il Comune, Rfi e l’Anas». Servirebbe quindi una rivoluzione del traffico per autorizzare il polo unico degli assessorati in un’area così centrale. Nell’attesa. resta nei cassetti il finanziamento da 425 milioni. E resta intatta anche la spesa annuale per gli affitti che la Regione paga ai proprietari dei palazzi in cui oggi hanno sede gli assessorati e gli uffici di vari enti collegati: il valore dei canoni oscilla annualmente fra i 7 e i 10 milioni.  

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