I giudici d’appello della Corte dei Conti, presieduti da Giuseppa Maneggio, hanno assolto l’ex assessore regionale al Territorio, Maurizio Croce, per la nomina di Francesco Vazzana a direttore generale dell’Arpa Sicilia. La procura contabile, alla luce della sentenza del Tribunale del lavoro, che aveva dichiarato illegittima la nomina, aveva contestato all’ex assessore un danno erariale di 462 mila euro. Secondo la procura contabile sarebbe mancato il requisito di avere rivestito per almeno un quinquennio il ruolo di direttore tecnico o amministrativo di «enti o aziende pubbliche o private di dimensione economica e strutturale assimilabile a quella dell’ente interessato dello svolgimento dell’incarico». Alla base della nomina ci sarebbe stata non una piena competenza ma un pregresso legame di amicizia tra Croce e Vazzana. L’ex assessore Croce, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Ester Daina, ha contestato le accuse. I difensori hanno evidenziato come la nomina del Vazzana non fosse stata condizionata da presunti legami amicali, ma dall’esperienza maturata dal manager nel delicato settore delle verifiche di impatto ambientale che aveva condotto l’assessore, sulla base di una scelta altamente discrezionale e di carattere fiduciario nel conferire l’incarico. Motivazioni riportate nel decreto di conferimento dell’incarico. La Corte d’appello sezione lavoro di Palermo, riformando la sentenza di primo grado, aveva ritenuto la nomina del Vazzana esente da qualsivoglia profilo di illegittimità, specie sotto l’aspetto motivazionale. Sentenza che è stata prodotta nel giudizio. I giudici contabili, condividendo le tesi difensive, hanno assolto Croce rilevando l'insussistenza dell’elemento soggettivo della colpa grave e condannato l’Arpa alla refusione delle spese legali. I giudici hanno affermato il carattere fiduciario della nomina ed ha altresì ritenuto ampiamente e adeguatamente motivata la designazione da Vazzana.