Ast, privati pronti a rilevare le linee in Sicilia ma solo se si sfoltisce il personale in eccesso
Le autolinee private dicono sì alla possibilità di gestire le tratte siciliane a patto che l’intera operazione rientri in pieno nelle logiche del mercato. Nel 2024 si svolgerà la gara d’appalto europea, che metterà in palio i collegamenti dell’Isola, ma la Regione sarebbe intenzionata a non presentarsi, liquidando la sua partecipazione nell’Azienda Siciliana Trasporti, i cui debiti ammontano a circa 70 milioni di euro. Il presidente Renato Schifani ha più volte ribadito di non volere effettuare la ricapitalizzazione della società ed anzi la settimana scorsa ha incaricato il professore Michele Perrrino, docente di Diritto commerciale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, di preparare una relazione per capire come procedere nell’eventualità di un piano di dismissione. Le aziende private, però, hanno fatto sapere al governatore e all’assessore delle Infrastrutture e della Mobilità, Alessandro Aricò, di essere disponibili a subentrare ma senza condizioni capestro, o peggio ancora di tipo clientelare, le stesse che hanno portato l’Ast sull’orlo del default. Uno dei nodi cruciali riguarda gli autisti che passerebbero ai nuovi fornitori in base alla clausola sociale: secondo la stima delle associazioni del settore trasporto il fabbisogno di personale per coprire il servizio si aggira attorno alle 400 unità mentre l’Ast ha al suo interno 574 dipendenti a tempo indeterminato e altri 200 assunti con un contratto interinale annuale. Troppi per contenere i costi assicurando così il ritorno economico, come ha sottolineato il presidente di Anav Sicilia, Antonio Graffagnini, l’associazione che raggruppa sotto la sua sigla gran parte delle imprese siciliane che operano nel trasporto viaggiatori su strada: «Nel caso in cui il governo volesse procedere per la liquidazione dell’Ast, sarà necessario affidare i servizi da essa erogati mediante procedura ad evidenza pubblica. Questo processo sicuramente richiederà l’individuazione del personale strettamente necessario e ciò determinerà un ridimensionamento della forza lavoro complessiva. Diversamente, facendo venire meno un sistema trasportistico collaudato ed economicamente efficiente, non consentirebbe alle aziende di accogliere a parità di costo i servizi lasciati dall’Ast». In altre parole le società di autolinee private riescono a guadagnare con gli incassi dei biglietti e a mantenere i propri bilanci in equilibrio solo «avendo ottimizzato l’organizzazione dei servizi che ammontano a circa 62 milioni di chilometri con una spesa di circa di 72 milioni di euro – spiega Graffagnini –. Se invece la Regione dovesse modificare la loro configurazione, le aziende inevitabilmente perderebbero in efficienza e competitività e non avrebbero più la possibilità economica di garantire i servizi ex Ast». Domani (7 febbraio) alle 11 l’assessore Aricò, incontrerà a Palermo i sindaci di Acireale, Augusta, Barcellona Pozzo di Gotto, Caltagirone, Carlentini, Chiaramonte Gulfi. Gela, Lentini, Milazzo, Modica, Paternò, Ragusa. Scicli e Siracusa, ovvero di quei Comuni a cui l’Azienda siciliana trasporti ha inviato un preavviso d’interruzione delle corse urbane a partire dal primo marzo. Contemporaneamente, sotto gli uffici dell’assessorato in via Leonardo da Vinci, si svolgerà a partire dalle 9,30 un sit-in organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl autoferrotranvieri.