Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Il ministro Nordio: «Per la lotta alla mafia le intercettazioni sono indispensabili»

I carabinieri del Ros davanti alla clinica La Maddalena

«Le intercettazioni sono indispensabili». Lo assicura il ministro della Giustizia Carlo Nordio, parlando di lotta alla mafia a Radio 24, all’indomani dell’arresto a Palermo di Matteo Messina Denaro, rispondendo anche a quelli che chiama «sibili di rancore». «Alcuni media - dice l’esponente del governo Meloni - non si rassegnano al fatto che l’arresto di Messina Denaro sia stato fatto da un governo di centrodestra. Per le intercettazioni sono anni che ripeto che sono assolutamente indispensabili per la lotta e per la ricerca della prova e per comprendere i movimenti di persone indiziate di reati gravissimi. Servono a capire con chi parlano, come si muovono e quali sono le loro problematiche. Come accaduto con Messina Denaro (individuato perché costretto ad andare in clinica per curarsi, ndr). Sono indispensabili ma va cambiato l’abuso che se ne fa soprattutto per reati minori e la diffusione che si fa a mezzo stampa per intercettazioni che non hanno alcun valore legale». Sulla cattura dell’ex latitante di Castelvetrano, Nordio dice che «è stato finalmente arrestato l'ultimo dei protagonisti della stagione delle stragi. Con questo arresto si chiude la fase più cruenta e sanguinaria. È la fine di un inizio, poi che sia l’inizio della fine dipende da molto, non solo dalla legislazione ma anche dall’uso che faremo di queste nuove tecnologie per combattere la mafia». Per il ministro «la mafia è un mostro che si adegua alla realtà, la sua strategia è già cambiata, da alcuni reati tipici tipo droga e prostituzione si è passati ad altri come riciclaggio e infiltrazione nell’ambito del flusso di denaro del Pnrr ed è lì che bisognerà vigilare molto». Gli viene chiesto poi del regime carcerario per Messina denaro, dal momento che è malato di tumore. «Possiamo garantire che coniugheremo il diritto alla salute con l’assoluta sicurezza» nell’espiazione della pena «di un ex latitante pericoloso catturato con molta fatica dopo molti anni», è la risposta del ministro.

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